Per l’Amministrazione guidata dal Sindaco Pancrazio Lo Turco, eletto con uno strettissimo margine di voti, è il momento delle scelte coraggiose e determinanti
Maggio 2015. Con le elezioni che hanno visto vincitore il sindaco Pancrazio Lo Turco, anche se il margine di voti sulla seconda coalizione è stato solamente di tre voti, si è chiusa definitivamente la lunga campagna elettorale che ha visto impegnate ben sei liste, alcune delle quali sacrificate in partenza, per una scarsa o nulla visione politico amministrativa.
L’Amministrazione Lo Turco che, con le elezioni del 2015, ha visto ridursi i suoi consensi al limite di 1270, minimo storico mai raggiunto, ora che si è insediata deve avviarsi a riguadagnare quanto perduto. Questo traguardo potrà essere raggiunto guardando bene quanto a Giardini succede e quindi, prendere in mano la situazione che se non ora, non sarà più possibile controllare. Una buona amministrazione si giudica non dalle grandi opere previste che, se messe in cantiere, vengono realizzate dalle Amministrazioni future, si giudica dal come rende vivibile la vita dei cittadini.
Attualmente, a Giardini si respira un’aria di disincanto, un’aria di insoddisfazione, di poca fiducia verso l’Amministrazione da poco eletta, ma che è formata dai due quinti degli amministratori uscenti. La misura di questa aria di sfiducia viene misurata dal grande numero di astensioni e dal minimo scarto fra primi e secondi. Pancrazio Lo Turco, anche se ridimensionato nei suoi voti che sono calati paurosamente e, questo, a causa di scelte non oculate che gli hanno fatto perdere quasi 2000 voti, resta comunque, il vincitore. La simpatia dei cittadini si riconquista, dopo averla perduta, solo con i fatti, con le realizzazioni, con scelte coraggiose.
Il Sindaco è il perno attorno al quale ruota tutta l’organizzazione amministrativa; è lui che deve controllare, verificare che i suoi uffici lavorino bene e nell’interesse del paese, è lui che deve vigilare che i suoi assessori girino per la città a controllare quanto succede e non essere rappresentativi, sedendo in una comoda e pagata poltrona a Palazzo dei Naxioti. È lui che, in un paese in crisi profonda, deve far sì che le imposte comunali non lievitino superando il 50%, tenendo conto che a Giardini la soglia di povertà è molto alta.
È lui che deve attenzionare se ci sono funzionari poco attenti e chiacchierati e rimuoverli, temporaneamente, dai loro incarichi, fino a quando verrà dimostrata e provata che le chiacchiere erano infondate. Non vogliamo colpevolizzare nessuno, ma in un paese pesantemente segnato da due condanne penali passate in giudicato e qualcuna in attesa di conclusione, è necessario prevenire anziché assistere passivamente che la magistratura intervenga. Quando l’autorità giudiziaria interviene è segno della debolezza della politica, del mancato o del colpevole silenzio di chi ha l’obbligo istituzionale di intervenire. È una sconfitta per la classe dirigente che governa, sia le piccole aree, come le grandi città.
Pancrazio Lo Turco, che ora si avvia a concludere il suo lungo percorso amministrativo, ha le capacità e i mezzi per ridare fiducia alle coscienze turbate dei suoi concittadini, che malgrado tutto, gli hanno dato i loro consensi, affidandogli ancora una volta i loro sogni e le loro speranze. A lui, concedendo i loro suffragi, hanno ancora creduto e, quindi, da lui si aspettano giusti e coraggiosi interventi, attenzione e soprattutto rigidità Si aspettano che intervenga là dove esistono dubbi, incertezze, posizioni non chiare, perché se non lo farà ora non avrà più tempo.
È vero: il giorno segue sempre la notte, ma dopo una notte buia, senza sonno e piena di misteri, il giorno che verrà dovrà essere portatore di giustizia sociale e tranquillità tributaria. Questo, Nello Lo Turco lo deve ai suoi sostenitori e quindi lo deve realizzare subito, perché… “se non ora quando?”.
Francesco Bottari