Presentato con successo (in termini di partecipazione e apprezzamenti) il numero inaugurale della collana “Quadernetto di poesia contemporanea” a cura di Grazia Calanna e Orazio Caruso, Algra Editore, intitolato 4×10. L’evento si è svolto nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania (Dipartimento di Scienze Umanistiche) in collaborazione con il Comitato di Catania della Società Dante Alighieri, presieduto dal prof. Dario Stazzone.
Con l’editore Alfio Grasso, gli autori (Chiara Carastro, Antonio Lanza, Michele Leonardi e Pietro Russo) e i curatori, è intervenuto, in qualità di relatore, il prof. Giuseppe Savoca (prof. Emerito di Letteratura italiana moderna e contemporanea, già presidente DA – Comitato di Catania) che ha sottolineato: «Considerata alla luce di questo momento storico davvero drammatico per la nostra terra, la poesia, laddove si presenti l’occasione di emergere, è sempre una conquista di cui non possiamo fare a meno. L’idea che concetti quali bellezza e verità siano ancora in grado di determinare una forma di resistenza contro la barbarie attuale ci lascia presagire un futuro diverso, nonostante tutto».
Altresì, ha dichiarato il prof. Dario Stazzone (Presidente facente funzioni DA – Comitato di Catania): «Sono felice che il comitato catanese della Dante abbia ospitato la presentazione del Quadernetto di poesia contemporanea, contenente i versi di autori giovani quanto promettenti. Questi poeti rivelano già delle forti personalità, una lezione in un mondo in cui, se non esistono più poeti laureati, esistono purtroppo molti pregiudizi e preclusioni verso i giovani. E di un lavoro giovane, appassionato, si avvale il nostro comitato, in tutti gli aspetti e le articolazioni delle sue attività».
«Un progetto culturale inaugurato dai versi di quattro giovani siciliani, acceso dal fulgore di una terra di per se stessa poetica (e non soltanto per tradizione). Per ognuno degli autori proponiamo – ha ribadito la Calanna – una selezione di dieci poesie. La collana reca il simbolo della x da intendere, coerentemente con la nostra concezione di poesia, nella duplice accezione di moltiplicatore (di significati, significanti, pulsioni, contenuti) e di incognita (oltreché per il lettore per colui che la ‘raccoglie’)».
«Benché il sentiero sia sempre più stretto e angusto, la poesia, tuttavia, riaffiora sotto mentite spoglie negli interstizi non ancora monetizzati, nel bisogno di scambi gratuiti, nelle scuciture impreviste del sistema, tra le maglie della rete, nel ritorno prepotente all’oralità sociale, alla lettura in pubblico, al confronto viso a viso con le persone reali. Le grandi concentrazioni editoriali si apprestano – aggiunge Caruso -, a congedarsi dalla poesia perché badano solo ai numeri e al mercato. L’unico linguaggio che comprendono è quello della matematica finanziaria, l’unico critico che ascoltano è quello che fa pendere i bilanci dalla parte del guadagno. Ma non bisogna disperare perché si aprono ampi spazi di manovra per avventure editoriali nascenti, a condizione che sappiano cercare e riconoscere, nell’informe scarabocchio della comunicazione globale, i nuovi poeti, spingendoli a emergere e dandogli il giusto rilievo».