Intervista a Gianni Zagaglia e ad Angelo D’Anna a proposito del mantenimento dell’ufficio del Giudice di pace
Dopo la chiusura del Tribunale a Giarre, giunge a firma del neo ministro della Giustizia Orlando, il Decreto di mantenimento di 285 Uffici del Giudice di Pace, tra cui anche quello di Giarre, con l’obbligo, da parte degli Enti Locali interessati, a farsi integralmente carico di tutte le spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia compresi il reperimento dei locali e la fornitura del personale amministrativo; restano a carico dell’amministrazione giudiziaria unicamente i compensi dovuti ai magistrati onorari e le spese per la formazione iniziale del personale comunale fornito dall’Ente Locale.
Il funzionario Giudiziario Gianni Zagaglia, è stato tra coloro che si sono battuti per evitare la chiusura dell’ufficio di Giarre, ed è stato anche il promotore di una raccolta di oltre 700 firme, consegnate all’inizio del 2013 al sindaco Sodano, per l’invio al Ministero della Giustizia dell’istanza per evitare la chiusura dell’ufficio. Zagaglia, a proposito del mantenimento, ci dichiara: «È questa una grande vittoria del Primo cittadino di Giarre, dott. Roberto Bonaccorsi, il quale nella campagna elettorale amministrativa del maggio-giugno scorsi aveva lanciato un appello a tutti i candidati Sindaci ed anche a quelli dei Comuni dell’area Jonico-Etnea per unire le forze in difesa dell’Ufficio del Giudice di Pace di Giarre dal rischio di chiusura, essendo la città di Giarre il naturale baricentro di un territorio che non poteva permettersi di perdere questo primario ed essenziale presidio. Lo stesso Bonaccorsi, sotterraneamente, nelle opportune sedi istituzionali romane, ed alla luce del sole, nel corso di diversi incontri avuti col Presidente del Tribunale di Catania, dott. Bruno De Marco, ha lavorato tanto e brillantemente per la non chiusura dell’Ufficio Giudiziario Giarrese e per il suo futuro prossimo trasferimento nelle sede dell’ex Sezione Distaccata del Tribunale di Giarre, chiusa dal settembre scorso nell’ambito della revisione delle circoscrizioni giudiziarie». «È altrettanto importante sottolineare – continua il dott. Zagaglia – che già alcuni mesi prima che fosse promulgato il decreto ministeriale, ho coinvolto attivamente sul tema l’avv. Angelo D’Anna, presidente del movimento politico “Città Viva” e candidato Sindaco alle ultime elezioni amministrative nel corso delle quali ha ottenuto un brillantissimo successo elettorale. D’Anna ha preso subito a cuore la delicata vicenda e l’ha seguito passo a passo, incontrando nel mese di gennaio, insieme alla dott.ssa Rosaria Giuffrida, segretario politico di “Città Viva”, il dott. Giuseppe Berretta, già Sottosegretario alla Giustizia, dal quale è stata confermata la positiva istruttoria propedeutica al mantenimento del Giudice di Pace di Giarre». Nelle scorse settimane, ancor prima dell’ufficializzazione, Zagaglia insieme a D’Anna hanno avuto presso il Palazzo di Città di Giarre un cordiale incontro con il sindaco Bonaccorsi, nel corso del quale sono state affrontate e discusse diverse tematiche inerenti l’argomento, tra le quali, oltre la questione organico e l’adesione formale degli altri Comuni del Circondario, si è auspicata, ove possibile, anche l’istituzione, all’interno del Giudice di Pace, di un Ufficio notifiche, cosi come è presente nella sede centrale di Catania ed in qualche altra sede. Lo stesso Sindaco era già a conoscenza dell’esito positivo che avrebbe dato il Ministro. Mancava soltanto l’ufficialità. «Per completare il processo e dare un servizio efficiente già dalla fine di aprile prossimo, diventa a questo punto urgente – ci dice Angelo D’Anna, leader di “Città Viva” – la convocazione di un nuovo tavolo tecnico da parte del Sindaco di Giarre con i Sindaci dei Comuni che hanno già aderito con formali deliberazioni (oltre Giarre, abbiamo Riposto, Piedimonte Etneo e S. Alfio) e con quelli degli altri Comuni che ancora non hanno aderito ma che, per competenza territoriale, fanno riferimento a Giarre e cioè Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Milo ed anche Linguaglossa il cui ufficio è stato soppresso. Ciò è necessario – continua D’Anna – poiché occorre completare e formare entro le prossime settimane la pianta organica dell’Ufficio giudiziario giarrese che dovrà essere composta da 5 unità: un Funzionario Giudiziario, un cancelliere, un assistente giudiziario, un operatore giudiziario ed un ausiliario da nominare. Saranno 7 in totale, se sarà operante all’interno dello stesso l’Ufficio notifiche. La formale adesione è altresì necessaria per evitare possibili aggravi economici a carico solo dei Comuni aderenti, che potrebbero essere chiamati comunque a garantire il servizio innescando potenziali contenziosi tra gli stessi Enti». L’adesione al confermato Ufficio da parte di questi Comuni sarebbe auspicabile anche perché tutti i cittadini dell’hinterland giarrese usufruirebbero così di un servizio essenziale che, in caso di mancata adesione, potrebbe vederli costretti a rivolgersi o nella sede centrale del Giudice di Pace a Catania, con gli inevitabili aggravi economici e disservizi che tutto questo comporterebbe, o come detto, a maggiori oneri a carico degli Enti aderenti con possibili contenziosi. «È per tutto questo che – conclude il dott. Zagaglia – un appello accorato e con la certezza di non sbagliare è rivolto ai Sindaci dei Comuni di Fiumefreddo di Sicilia, Calatabiano, Milo, Linguaglossa ed all’eminente commissione prefettizia del Comune di Mascali, affinché si facciano, in tempi brevissimi, tutti gli adempimenti necessari anche per far parte dell’istituendo consorzio dei comuni. I cittadini di questi Comuni sicuramente non capirebbero il contrario, mentre sarebbero indubbiamente grati dell’evolversi positivamente di questo ampliamento detto. Un ringraziamento va anche all’associazione Giarresi Avvocati (A.G.A.), a tutti i consiglieri comunali e di maggioranza e di opposizione che hanno avuto un ruolo importante in questa vicenda. Il loro interessamento ora per l’istituendo consorzio sarà gradito da tutti i fruitori del servizio giustizia».
Armando Castorina