Si attende da mesi il rimpasto in Giunta, ma l’attesa resta tale. Si attende un “cambio di passo” del Consiglio comunale, ma le sedute interrotte per mancanza di numero legale sono ormai decine
Si attende un cambiamento vero della città, ma questo non si vede. Nemmeno col binocolo. Malgrado una propaganda ossessiva, tutta giocata su una comunicazione che vorrebbe proporre un “volto diverso” di una città in crisi profonda, dove l’economia langue e le tensioni sociali sono in aumento.
Questo, in sintesi, è il momento di Catania e della sua amministrazione comunale, che tira a campare, in mezzo a tanti annunci e a pochissimi o nulli fatti. Frattanto, i problemi sociali sono drammatici: come quella della casa, come quello del lavoro che non c’è. E questi solo per citarne alcuni.
A Palazzo degli Elefanti, la crisi politica è plateale da mesi. Bianco non ha una maggioranza, forse non l’ha mai avuta e così il Consiglio va avanti alla giornata, con polemiche esplicite, tensioni latenti, spesso alla ricerca di un voto che arriva dopo mille mediazioni.
L’altra sera, sul previsto aumento della tariffa oraria di “Sostare” è venuto fuori l’ennesimo “pasticcio”. Una polemica fortissima dopo le improvvide dichiarazioni del presidente della società Gilberto Cannavò, che ha poi tentato alla disperata di “metterci una toppa”, con tanto di rettifica di legale. Ma questa è solo la “goccia” che ha fatto traboccare, per l’ennesima volta, il vaso di una situazione politica sfilacciata, senza progettualità.
Ma il problema in Consiglio comunale è anche l’opposizione di centrodestra: una realtà politica virtuale, vista la frammentazione di quelle forze che un tempo hanno governato la città. Alcune di esse, in realtà, continuano a governarla, altre fanno finta di opporsi a Bianco. In questo quadro, l’“intransingente” (così è stato chiamato da taluni) Manlio Messina, consigliere coerentemente a destra da sempre, ha rotto gli indugi ancora una volta, con il suo gruppo politico di “Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale”. Con una richiesta precisa: dimissioni e si torni al voto.
“È fin troppo chiaro – scrivono i consiglieri Messina e Ludovico Balsamo – che questa maggioranza non esiste più, semmai fosse esistita, e che questa DisAmministrazione, che da due anni e mezzo sta massacrando la nostra città, è totalmente inadeguata. Non sono solo le tristi vicende di ieri a fotografare perfettamente lo stato delle cose, ma lo dicono i numeri in aula. E cioè pochissime delibere esitate molte delle quali di nessuna rilevanza”.
Messina e Balsamo continuano: “lo dice la Corte dei conti nelle note di richiamo che continuamente giungono. Lo dicono i risultati delle gestioni delle partecipate: Sidra, si è dimesso il presidente; vecchia AMT, abbiamo letto dell’imbarazzante vicenda Idonea ex commissario liquidatore; nuova AMT e le vicende degli stipendi in ritardo, corse annullate, Brt al disastro, e un presidente che fa dichiarazioni imbarazzanti. Lo dice la vicenda del Teatro Stabile: dimissioni del presidente, tentativi falliti di bloccare la nomina del Direttore dello stesso teatro. Lo dicono giornalmente i fatti che vedono questa DisAmministrazione coinvolta in fatti di chiara incapacità a gestire e ad amministrare Catania”.
I rappresentanti di “Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale” sottolineano anche i problemi di tante categorie: “Lo dicono i continui disastri sul fronte del commercio, un settore nevralgico e fondamentale per la nostra città ridotto ai minimi termini e con un assessore che in due anni e mezzo ha portato una sola delibera in aula, ma mai votata dal Consiglio, ma che resta comodamente seduta sulla sua poltrona a far nulla o realizzare fiere, vedi fiera di Sant’Agata, che vanno deserte. lo dice la vicenda dell’illuminazione e di un appalto con tanti misteri, soldi dati senza quietanza e senza autorizzazioni dei sub appaltatori poi mandati a casa. Lo dice la vicenda del bando sulla raccolta dei rifiuti. Lo dicono le ambigue vicende a cui non riceviamo risposta. Lo dicono i disastri sui servizi sociali, centri per anziani chiusi, asili sull’orlo del collasso, regolamenti mai giunti in aula. Lo dice il ponte del Tondo Gioeni che grida ancora vendetta. Lo dice l’imbarazzante vicenda degli uffici stampa”.
E infine: “Ma soprattutto lo dicono i cittadini catanesi stanchi di questo disastro continuo che non fa vedere futuro alla nostra amata Catania. Credo sia arrivato il momento di dire basta e che insieme al presidente di Sostare debbano seguire le dimissioni di sindaco e Giunta per far si che si vada a nuove elezioni e poter dare a questa città ciò che merita, cioè un’amministrazione seria e capace”.
Cosa accadrà? Il rimpasto di giunta – se arriverà – basterà? La crisi sembra grave. Sarà sufficiente l’ennesima “trovata” per distrarre l’attenzione?
Marco Benanti