Il 25 marzo 2015, con il Decreto n. 495, la Sicilia si è dotata delle Linee Guida sulla prevenzione del Gioco d’azzardo, mossa fondamentale per combattere un fenomeno che miete sempre più “vittime” tra la gente comune.
Il documento che nasce dal tavolo tecnico di specialisti coordinato dall’allora Assessore alla sanità Lucia Borsellino, prevede una serie di azioni nell’ambito della prevenzione “ambientale” del gioco patologico e si propone di: “Attivare incontri di informazione-formazione di operatori sociali dei Comuni, Forze dell’Ordine e operatori che a vario titolo agiscono nella distribuzione di occasioni di gioco d’azzardo. Vengono inoltre previsti corsi di informazione-formazione per gli avvocati, riguardo la gestione legale e gli aspetti riguardanti l’usura”.
Altri punti fondamentali del Decreto sono:
1) Divieto di gioco prima dei 18 anni;
2) Riduzione del numero di sedi dove poter giocare e dislocazione lontano da scuole e sedi di raduno giovanile;
3) Riduzione di sale da gioco e slot machine;
4) Dotazione di segnali di warning e di stop in caso di comportamenti problematici del giocatore;
5) Supporti cartacei e elettronici relativi relativi all’infomazione corretta della dipendenza da gioco d’azzardo;
6) Impedire la pubblicità online del GDA attraverso pop-up o spam.
Tutto questo serve a contrastare un fenomeno, che in Sicilia sta assumendo proporzioni gigantesche. La Regione dell’Etna è la seconda per numero di punti vendita nella rete di raccolta scommesse, uno ogni 3.130 abitanti. Inoltre, la Sicilia vanta il triste primato di maggior numero di persone denunciate per violazione delle regole del gioco d’azzardo.
A questi numeri si aggiungono quelli sulla spesa inerente il gioco d’azzardo. In uno studio del 2015 è emerso che le famiglie investono nel gambling il 6.5% del proprio reddito.
Preoccupante è anche la situazione dei giovani. In provincia di Catania, il 64% dei ragazzi tra i 16 e i 20 anni gioca d’azzardo. I giochi preferiti dai siciliani sono le slot machine e i casinò games, e sono sempre più le persone che si avvicinano a queste tipologie. Con questi dati è facile che la gente cada presto nella ludopatia: 88 mila sono i casi accertati in tutta la regione, 4.500 nella sola provincia di Ragusa.
Tutta questa “corsa al tavolo verde” è dovuta anche alla piaga sociale della povertà: sempre più famiglie cercano in questo modo un riscatto sociale ed economico. Purtroppo a far da contorno a tutto ciò, c’è come sempre la criminalità organizzata. Intorno all’azzardo si muove un mondo sommerso che fa capo ai mandamenti siciliani, che spesso si rendono protagonista di traffici illeciti e attività di washing.
Paradossalmente, però, se da una parte la Regione tenta di combattere di GAP, dall’altra non può negare le grandi potenzialità economiche che il gioco d’azzardo possiede a livello economico.
Non si esclude, a breve, l’apertura di altri casinò che potrebbero portare molti benefici. La Sicilia è, infatti, territorio ricco di turismo e l’indotto che si è da questi flussi sarebbe destinato ad aumentare in maniera considerevole.
La Sicilia ha le potenziali per diventare una sorta di “Montecarlo italiana”, a patto che, come chiedono gli Enti Locali, vi siano regole chiare e precise sulle aperture delle nuove sale da gioco.