Calatabiano, un dono pasquale da Murganti -
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Calatabiano, un dono pasquale da Murganti

Calatabiano, un dono pasquale da Murganti

Il quotato artista figurativo ha regalato alla Chiesa Madre del Comune etneo il suo pregevolissimo basso-altorilievo in terracotta “La Resurrezione di Cristo”. L’opera è stata definita dall’arciprete Sinitò «particolarmente significativa per la contrapposizione tra la rinascita del Figlio di Dio nella gioia e la tristezza evocata dai soldati romani che si intravedono ai suoi piedi»

Gradito dono pasquale del noto e quotato artista figurativo Giovanni Murganti alla Chiesa Madre di Calatabiano, intitolata a Maria Santissima Annunziata. Nei giorni scorsi, infatti, l’artista originario di Francofonte (Siracusa) ha regalato al principale luogo di culto del Comune etneo il basso-altorilievo in terracotta “La Resurrezione di Cristo”, da lui realizzato negli ultimi mesi e che l’arciprete Salvatore Sinitò ha affisso in bella mostra ad una parete della sacrestia.

«Si è voluto evitare di esporlo direttamente in chiesa – ha spiegato l’autore dell’opera – in quanto presenta canoni stilistici tipicamente contemporanei e, pertanto, non ci è sembrato opportuno inserirlo in un contesto classico qual è l’interno della Chiesa Maria SS. Annunziata».

Il pregevolissimo manufatto del maestro Murganti è stato solennemente inaugurato ieri sera con un’apposita cerimonia. «Da religioso – ha dichiarato l’arciprete Sinitò – posso dire che siamo in presenza di una raffigurazione della Resurrezione particolarmente significativa in quanto si vede Cristo rinascere nella gioia mentre sotto di lui appaiono la tristezza e la sofferenza, simboleggiate da dei soldati romani. Tra i miei progetti per la comunità ecclesiale calatabianese, che mi onoro di guidare, vi è proprio l’apertura all’arte sacra degli spazi annessi alle chiese, come questa sacrestia che adesso ospita questo capolavoro del maestro Murganti: sarebbe anche un’ulteriore attrattiva turistica per questa cittadina, che già si fregia del visitatissimo Castello arabo-normanno, reso a suo tempo fruibile dalla Diocesi di Acireale, e dei caratteristici riti della festa di San Filippo».

Ormai da diversi anni, il maestro Giovanni Murganti ha trasferito da Giardini Naxos a Calatabiano il suo laboratorio, ubicato ad un tiro di schioppo dalla chiesa cui ha donato la sua “Resurrezione”.

«Questo lembo di territorio a cavallo tra le province di Messina e Catania – sottolinea l’artista – mi ha sempre affascinato. Pensate: venni a Giardini Naxos per la prima volta da bambino in occasione di una gita ed, alla fine di quell’indimenticabile giornata, dissi tra me e me che quando sarei stato grande avrei sposato una donna del luogo e sarei andato a vivere definitivamente lì. Sembra incredibile, ma tutto ciò si perfettamente avverato: mentre stavo a Roma per frequentare il Liceo Artistico ho conosciuto una giardinese che poi è diventata mia moglie! Adesso vivo prevalentemente in questa incantevole cittadina che è Calatabiano, dove ho trasferito il mio atelier permanente, che qui ha trovato spazi più ampi e più accessibili ai visitatori».

Ed in effetti, le opere di questo poliedrico scultore e pittore, con all’attivo mostre in tutta Italia ed all’estero e numerosi riconoscimenti conseguiti nell’ambito di prestigiosi concorsi internazionali, meritano di “arrivare” alla gente e, data l’inesauribile vena creativa del loro autore, di essere “gustate” comodamente in un ambiente adeguato che riesca a contenerle tutte.

La sua scultura si caratterizza ed affascina per la spiccata plasticità dei corpi; spiccata a tal punto da conferire ai soggetti il “dono” del movimento. Ed il filone pittorico del maestro Murganti è un ideale prosieguo di quello scultoreo in quanto anche in tale ambito l’artista ama “stupire” con immagini d’impatto all’insegna di colori forti e caldi. I soggetti ritratti, dunque, sembrano “fuoriuscire” dalla tela per andare ad “abbracciare” l’ammirato spettatore. L’arte di Giovanni Murganti è, pertanto, una felicissima sintesi tra tradizione ed innovazione: personaggi e scene del passato (miti greci, antichi mestieri, culti religiosi popolari, ecc.) vengono da lui riproposti con un linguaggio futurista, ma comunque comprensibile a chiunque.

L’artefice di tutto ciò, dal canto suo, è tutto l’opposto di quanto esprime attraverso il suo lavoro: Murganti è un signore estremamente pacato ed umile (una sorta di “gentiluomo d’altri tempi”) che, al contrario di certi altri artisti “esuberanti ed egocentrici”, ti mette a tuo agio nel conversare e nel commentare le sue opere, senza essere, probabilmente, pienamente consapevole del proprio valore, riconosciuto – come prima accennavamo – in tutto il mondo.

Ma occupandoci di Giovanni Murganti, non possiamo non accennare ad un altro interessante aspetto che lo caratterizza. Questo apprezzatissimo creativo, infatti, quando posa scalpelli e pennelli indossa muta e pinne per immergersi nel mare di Giardini Naxos e praticare il suo amato hobby delle escursioni subacquee, da cui sono scaturiti interessanti ritrovamenti archeologici in merito al glorioso passato della prima colonia greca di Sicilia. Nove anni fa, in particolare, durante una sua immersione nelle acque antistanti al lungomare Tysandros, Giovanni Murganti si è accorto della presenza sui fondali di due grosse ancore nonché di diversi blocchi di pietra squadrati dai quali si evincerebbe che quella zona potesse ospitare, a suo tempo, un porto, che potrebbe magari essere stato l’approdo dei colonizzatori greci guidati da Teocle. E sempre in quei fondali, il novello “Indiana Jones” si è di recente imbattuto in un pezzo marmoreo la cui conformazione evoca una parte di arto inferiore umano (probabilmente il polpaccio della gamba destra appartenente alla statua del dio Apollo Arcageta, cui accenna lo storico Tucidide).

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: la “Resurrezione di Cristo” di Giovanni Murganti e (da sinistra) l’arciprete Salvatore Sinitò e l’artista

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