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Acireale omaggia il puparo Emanuele Macrì a 110 anni dalla nascita

Acireale omaggia il puparo Emanuele Macrì a 110 anni dalla nascita

La Città di Acireale non ha dimenticato un suo illustre concittadino, il puparo Emanuele Macrì, nato il 30 marzo del 1906. Pertanto l’assessorato alle Attività culturali retto dalla dott.ssa Adele D’Anna, in stretta collaborazione con il cav. Biagio Fichera, esperto di tradizioni popolari siciliane, mercoledì 30 marzo scorso ha promosso una bella serata dal titolo “Omaggio a Emanuele Macrì” puparo acese, a 110 anni dalla nascita. Serata realizzata presso il Teatro dell’Opera dei Pupi di via Alessi.

Omaggio-a-MacriPer la cronaca Isidoro Emanuele Macrì è nato a Messina il 30 marzo del 1906, battezzato dopo qualche mese nella stessa Messina, avendo come padrino l’acese Mariano Pennisi, amico della famiglia Macrì. Il piccolo Isidoro Emanuele rimasto orfano a causa del terremoto che colpì Messina il 28 dicembre del 1909 è stato quindi portato ad Acireale e adottato dal puparo Mariano Pennisi dal quale, crescendo, apprese molto bene l’arte dell’opra dei pupi grazie anche alla sua bravura e talento. Mariano Pennisi, infatti, è stato una bella figura di puparo che ha operato nella sua stessa città natale in via Tono fin dal 1887, ed in seguito in via Alessi, fino al 1934 anno della sua morte.

Isidoro Emanuele Macrì, quindi, proseguì l’opera del Pennisi da esperto manovratore dei pupi e responsabile della direzione degli spettacoli. Il 1953 è, per “don Emanuele”, come veniva chiamato affettuosamente dai suoi fans, l’anno del suo esordio fuori dalla Sicilia e precisamente a Roma, per tenere delle rappresentazioni. Indimenticabili, poi, le sue tournèes fuori Italia: Belgio, Olanda, Germania e Austria.

Don Emanuele morì il 2 febbraio del 1974 lasciando nello sconforto i suoi allievi pupari, alcuni presenti alla serata in suo onore, e l’intera città perchè indiscusso proseguitore della tradizione pupara acese e promotore di turismo internazionale.

In una sala dell’Opra dei pupi molto affollata la manifestazione è stata introdotta e portata avanti con stile da Marinella Arcidiacono, giornalista, con gli interessanti interventi programmati di Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia acese degli Zelanti e dei Dafnici, di Benedetto Caruso, dirigente della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Catania, di Biagio Fichera e Giovanni Vecchio, studioso di tradizioni popolari. Il vicesindaco acese Venerando Ardita, presente all’intera serata, ha portato i saluti del sindaco Roberto Barbagallo ed espresso grandi apprezzamenti per l’iniziativa.

Camillo De Martino

 

Nella foto all’interno il tavolo dei relatori. Da sinistra: Benedetto Caruso, Giuseppe Contarino, Giovanni Vecchio, Biagio Fichera e Marinella Arcidiacono.

 

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