E’ stata rinvenuta la foto di novant’anni fa che ritrae sul letto di morte la fanciulla del Comune etneo prematuramente scomparsa in odor di santità in un misterioso convento di Acireale, cui era stata affidata dalla sua povera famiglia. Un apposito comitato ha intanto presentato l’istanza di beatificazione della dodicenne, della quale è stato messo al corrente anche Papa Francesco
Sino a pochi mesi fa se ne sconosceva totalmente il volto, ma grazie alla pervicacia del discendente Mario Giuffrè continuano ad affiorare foto della “ragazza tutta blu”, ovvero la castiglionese in odore di santità Gaetana Nastasi, prematuramente deceduta appena dodicenne nel 1926 in un convento di Acireale cui era stata affidata dalla sua povera famiglia. Dopo quella di cui è venuto in possesso tempo addietro, adesso il Giuffrè è riuscito a reperire un altro scatto alquanto significativo e struggente perché ritrae la Nastasi sul letto di morte allestito nell’istituto religioso acese che la ospitava. A procurarglielo è stato un altro discendente della Nastasi che risiede in Australia.
Come avevamo riferito in precedenti servizi giornalistici al riguardo, la fanciulla venne colpita da una misteriosa malattia, probabilmente assimilabile all’odierna depressione: Gaetana, in pratica, avrebbe preso coscienza di essere stata abbandonata al proprio destino a seguito dello stato d’indigenza della sua famiglia che, impossibilitata a mantenerla, l’aveva mandata a vivere in un convento di una località a quei tempi difficilmente raggiungibile dalle persone a lei care (Castiglione di Sicilia ed Acireale, che oggi appartengono alla stessa provincia, erano allora Comuni “lontani” perché non adeguatamente collegati da strade e mezzi di trasporto pubblici).
Gaetana Nastasi, comunemente chiamata anche Tanina nonché Agata in virtù del nome aggiuntole dalle suore del convento di cui era ospite, andò così spegnendosi poco a poco.
Ma proprio gli ultimi istanti della sua fugace esistenza terrena furono caratterizzati da tutta una serie di eventi miracolosi (come quel padre di famiglia disperato perché senza occupazione il quale, avvicinandosi al suo letto di morte, veniva improvvisamente raggiunto da un’offerta di lavoro, o quel figlio di un importante politico acese del tempo che, per intercessione della giovanetta, guarì da una grave malattia) sino a quell’anomala e straordinaria colorazione bluastra che il corpo ormai senza vita di Tanina via via assunse nelle ore immediatamente successive alla morte, quasi ad evocare la celestialità della Madonna (da qui l’appellativo popolare di “ragazza tutta blu”).
Agata Tanina Nastasi, inoltre, esalò l’ultimo respiro in una giornata particolarissima, ossia il 4 aprile del 1926, quell’anno coincidente con la ricorrenza della Santa Pasqua.
La notizia di tutti questi prodigi si propagò velocemente nelle province di Catania e Messina, giungendo sino al paese natio della ragazza; la camera ardente allestita nel convento acese divenne quindi meta di un incessante pellegrinaggio protrattosi per quattro giorni, dopodiché il vescovo di Acireale del tempo, Mons. Ferdinando Cento, diede disposizioni affinché il corpo della giovane, alla luce di quelli che lo stesso alto prelato definì “segni divini”, fosse seppellito in una chiesa della cittadina etnea anziché in un comune cimitero.
Di questa toccante e suggestiva vicenda, però, a distanza di ben novant’anni alcuni aspetti restano ancora avvolti nel mistero. Malgrado ricerche ed indagini sui luoghi, non si riescono infatti ad individuare il convento (che oggi probabilmente non esiste più) in cui Tanina Nastasi trascorse la sua breve infanzia né la chiesa di Acireale che conserva le sue spoglie.
Ma c’è di più: quasi a voler cancellare completamente il passaggio terreno di questa giovanissima castiglionese e la sua aura di santità, qualcuno ha eliminato il registro del convento relativo all’anno della morte di Tanina (il 1926), guarda caso l’unico mancante.
Intanto, un apposito Comitato di cui fanno parte autorevoli personalità della Valle dell’Alcantara ed, in particolare, del Comune di Castiglione di Sicilia, con in testa l’arciprete Don Roberto Fucile ed il sindaco Salvatore Barbagallo, ha presentato al Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Acireale l’istanza di beatificazione di Gaetana Nastasi. A presiedere tale Comitato è il prima citato Mario Giuffrè, nipote della Nastasi dal lato paterno, il quale ha anche scritto al riguardo a Papa Francesco, allegando alla sua lettera le fotocopie dei servizi giornalistici che in questi mesi il nostro Gazzettino Online ha dedicato alla sua ava.
In passato Giuffrè ha avuto diverse testimonianze dirette del potere santifico dell’antenata, tra cui la risoluzione di alcuni casi giudiziari riguardanti persone di sua conoscenza, dove la verità è stata appurata grazie alle implorazioni rivolte ad Agata Tanina Nastasi, l’inatteso rifiorire di un suo appezzamento di terreno cui mani ignote avevano appiccato il fuoco nel 2011, nonché la guarigione del suo ginocchio sinistro, da anni paralizzato. Lo scorso agosto, inoltre, Tanina Nastasi gli è apparsa in sogno nell’atto di incitarlo ad andare avanti nella causa di beatificazione ed, appena qualche giorno dopo, è anche affiorata una foto della ragazza la cui fisionomia, sino ad allora, era del tutto sconosciuta.
Adesso è stata rinvenuta quest’ulteriore foto, scattata esattamente novant’anni fa al corpo esanime della fanciulla castiglionese adagiato sul letto di morte approntato nell’ancora ignoto convento di Acireale, sui cui “misteri” il processo di beatificazione di Agata Tanina Nastasi dovrà necessariamente far luce.
Rodolfo Amodeo
FOTO: Agata Tanina Nastasi nella foto recentemente rinvenuta che la ritrae sul letto di morte e, nel riquadro, il primo piano del suo volto nella foto affiorata nei mesi scorsi