E’ Piero Ricciardo, presidente provinciale dell’Unsic di Messina, che nei giorni scorsi è stato convocato a Palazzo Madama per un’audizione sulle problematiche dell’agricoltura peloritana
Francavilla di Sicilia può vantarsi di ospitare, negli uffici di Via Umberto n. 158, la sede centrale di un’organizzazione assurta a punto di riferimento per migliaia di cittadini ed operatori economici della provincia di Messina. Si tratta dell’“U.N.S.I.C.” (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori), i cui centri-servizi distaccati coprono l’intero territorio peloritano sotto la sapiente guida di Piero Ricciardo, un francavillese da sempre proficuamente impegnato nell’attività sindacale, che quattro anni fa, insieme alla moglie Giusy Lentini (a sua volta figlia di uno storico sindacalista locale), ha deciso di abbandonare le “sigle” tradizionali per mettersi “in proprio” aderendo ad un’organizzazione giovane, nata nel 1996, ed oggi, proprio grazie a Ricciardo, assurta a struttura “leader” a livello provinciale per quanto concerne il disbrigo delle varie pratiche inerenti la posizione lavorativa, i trattamenti pensionistici, le prestazioni sanitarie, i rapporti col fisco e le opportunità di finanziamento.
Piero Ricciardo si è, dunque, meritato sul campo la carica di presidente provinciale dell’Unsic di Messina, ed in tale veste è stato nei giorni scorsi convocato a Roma dalla Commissione Agricoltura del Senato insieme ai colleghi rappresentanti di altre organizzazioni di categoria (Apom, Cia, ecc.).
Oggetto dell’importante audizione, richiesta in particolare dal senatore Francesco Scoma, sono state le problematiche e le prospettive dei vari comparti agricoli messinesi.
«Abbiamo segnalato – ci riferisce Piero Ricciardo, che all’audizione a Palazzo Madama era affiancato dal coordinatore nazionale del Centro Studi dell’Unsic, Luca Cefisi – le preoccupanti nuove patologie che stanno colpendo il comparto agrumicolo, il temuto arrivo da parte degli olivicoltori della Xylella Fastidiosa (per adesso rilevata solo in Puglia) e la diffusione dei ghiri, che arrecano gravi danni ai noccioleti dei Nebrodi, favorendo così la penetrazione nei nostri mercati delle nocciole turche.
«Ma per quanto mi riguarda, ho posto in particolare l’accento sulla necessità di puntare con ogni mezzo sulla qualità e sulla salubrità dei nostri prodotti agricoli. Questo perché si tratta delle uniche “carte vincenti” che i nostri agricoltori possono giocare per poter stare sul mercato senza subire la concorrenza delle produzioni estere, che presentano prezzi inevitabilmente più bassi in quanto provenienti da Paesi dove il lavoro costa di meno e la burocrazia è più snella. Dobbiamo, pertanto, scommettere tutto sull’eccellenza, nella consapevolezza che il prodotto italiano, e nella fattispecie messinese, deve attirare il consumatore per la sua prelibatezza e per la sua igienicità, anche se ci tocca venderlo ad un prezzo superiore.
«Ovviamente, ho chiesto anche che le pubbliche istituzioni facciano la loro parte, senza abbandonare gli agricoltori al loro destino nei meandri della burocrazia e tutelando adeguatamente il “made in Italy” attraverso, ad esempio, il controllo del commercio transnazionale tramite barriere igienico-sanitarie sulle merci importate.
«Mi auguro – conclude il sindacalista francavillese – che gli autorevoli componenti della Commissione Agricoltura del Senato tengano effettivamente conto, nella loro futura attività legislativa, di quanto espresso dal sottoscritto e dagli altri colleghi rappresentanti di categoria nel corso della recente audizione».
Rodolfo Amodeo
FOTO: il presidente provinciale dell’Unsic di Messina, Piero Ricciardo, e (nel riquadro) lui, il senatore Francesco Scoma e gli altri rappresentanti messinesi degli agricoltori in occasione della recente convocazione a Palazzo Madama