Due città a confronto. Il derby tra il Giarre e l’Acireale, in programma domani al “Regionale” di Giarre alle 15.30 nel quadro del girone B del campionato di Eccellenza, diventa ancora una volta terreno di sfida tra due cittadine contrapposte da una vicinanza territoriale storicamente responsabile della rivalità che intercorre fra una località e un’altra.
Giarre-Acireale dunque racconta le origini dei derby: ovvero di gare i cui contenuti agonistici sono intrisi di campanilismi che esulano dal contesto calcistico. Sfide come Salernitana-Cavese, Messina-Reggina, Napoli-Avellino o Battipagliese-Nocerina assurgono per esempio a dimostrazione che due realtà territoriali le quali distano pochi km fra di loro, sono inevitabilmente animate da un desiderio di supremazia sull’altra.
Giarre-Acireale è comunque la sintesi di momenti goliardici e di ostilità tra due realtà consapevoli di avere una storia alle spalle. Entrambe le città sono per esempio accomunate dalla prestigiosa figura dell’Imperatore Carlo V. Nel XVI secolo, quest’ultimo non solo promosse Acireale a Comune, ma gettò anche le basi per l’istituzione di quella Contea di Mascali nella quale lievitarono gradualmente le pulsioni autonomistiche di Giarre dalla stessa Mascali. Fu inoltre in quell’epoca che si tracciò, in termini distrettuali, una netta demarcazione tra il territorio giarrese (afferente alla contea di Mascali). Esistevano infatti delle guardie le quali, essendo funzionali all’onere di far rispettare il pagamento del pedaggio, presidiavano le sponde di quel torrente Mangano che separava la Contea di Mascali dal territorio di Aci.
Relativamente ai tempi odierni invece, Giarre-Acireale è il confronto tra due città che si sentono figlie di un dio minore. Entrambe infatti hanno dovuto rinunciare al sogno di divenire comuni capofila di un libero consorzio, essendo state entrambe assorbite dall’area metropolitana di Catania. Malgrado ciò però Acireale prosegue la sua battaglia per ritagliarsi un distretto amministrativo nel quale possa esercitare la sua autorità. In riferimento a tale bramosia da parte di Acireale, i giorni d’oggi raccontano di un senso di frustrazione acese che si sta riversando copiosamente su Giarre.
Il nodo “sanità”, in ordine al quale l’ospedale di Giarre è stato spogliato in funzione del potenziamento del nosocomio acese, è un’espressione di una sete di riscatto acese che, pur essendo partita da lontano, ha trovato la sua valvola di sfogo. La logica degli ospedali riuniti “Giarre-Acireale” ha infatti tecnicamente trasformato l’ospedale di Giarre in una struttura satellite dell’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale.
La frenesìa del dominio però, non ha mai storicamente prodotto buoni risultati nemmeno per chi l’ha concepita. Lo stesso sta accadendo ad Acireale in materia di sanità. La soppressione del pronto soccorso dell’ospedale di Giarre, ha infatti determinato un pericoloso sovraffollamento del pronto soccorso di Acireale, ormai al collasso di fronte ad una crescente richiesta di risposte inerentemente alle emergenze-urgenze.
In un contesto così tormentato, il calcio diventa anche un’occasione per dimenticare le amarezze della quotidianità, ma, nel caso specifico di Giarre, il calcio si tramuta in un’opportunità per rinsaldare ulteriormente quel senso di appartenenza al territorio accantonato dal popolo giarrese e dalla sua classe politica relativamente alle vicende che hanno portato al depauperamento dell’ospedale della propria città. Il calcio inoltre, attraverso questo derby, diventa un espediente per rievocare le suggestioni e le atmosfere che accompagnavano un tempo il derby.
Negli anni 80′, a farla da padrone nei derby Giarre-Acireale giocati a Giarre, era la formazione gialloblù. Nel 1984/1985, era una doppietta di Franzoni a mandare ko l’Acireale, sconfitto per 2-0. L’anno dopo, a condannare alla sconfitta l’Acireale ci pensava Dolce con un rigore. Nella stagione di C1 1991/1992, erano invece Tarantino e Buoncammino a sentenziare un Acireale battuto per 2-1. L’anno dopo,nella stagione del tecnico gialloblù Giampiero Ventura, adesso allenatore della Nazionale, maturò quel 3-3 che tutti ricordano e che contribuì all’ascesa dell’Acireale in serie B, sebbene tale promozione si materializzò in tribunale e non sul campo.
Per quanto concerne la sfida di domani, il Giarre dovrà invece misurarsi con un Acireale che non ha ancora digerito l’umiliante sconfitta per 7-1, risalente a due stagioni fa. I pronostici propendono a favore dell’Acireale, ormai orfano del regista Millesi, ma il trend estremamente positivo della squadra gialloblù toglie certezze agli acesi, i quali, in questa stagione, hanno comunque estromesso il Giarre dalla Coppa Italia con una doppia vittoria.
Ecco la dichiarazione dell’allenatore del Giarre 1946 Giancarlo Fichera: “Affrontiamo una squadra costruita per vincere il campionato. Tuttavia, riteniamo di avere le carte in regola per metterli in difficoltà, visto che domenica scorsa, pur perdendo, abbiamo creato non pochi grattacapi alla capolista Città di S. Agata”. Sereno il presidente del Giarre 1946 Giulio Nirelli: “Affronteremo la partita con la stessa feroce determinazione che ci contraddistingue nelle altre gare. Tuttavia, essendo questa sfida un derby, cercheremo di esprimere quel quid che una disputa dal sapore antico come questa merita. Faremo di tutto per regalare una vittoria alla nostra città”.
Sono 11 i punti in classifica dell’Acireale, mentre sono 9 quelli del Giarre. In caso di vittoria, dunque, i gialloblù scavalcherebbero i granata in graduatoria. Intanto, da indiscrezioni, è emerso che i tifosi acesi al seguito dell’Acireale, dovrebbero essere circa 700. Non è stato possibile vendere nessun biglietto in prevendita e quindi sarà possibile acquistare il biglietto direttamente al botteghino dello stadio.
Umberto Trovato
foto tifosi Acireale di Franco e Salvo Barbagallo