E’ il giorno in cui si tirano le somme dopo l’ultima manifestazione promossa dal comitato dei cittadini e dai consiglieri e sindaci del distretto sanitario. Un corteo che ha registrato l’adesione dei soli studenti e delle rappresentanze delle associazioni del territorio.
Presenti tutti i sindaci del distretto in testa al corteo che si è mosso da piazza San Camillo fino a Piazza Duomo. Ma forse ancora una volta questo non è bastato. Di manifestazioni in questi anni ne abbiamo viste tante durante il susseguirsi di direttori generali dell’Asp che hanno mortificato le aspettative di un territorio, soprattutto da maggio 2015 quando c’è stata l’ennesima vittima dell’ennesimo caso di malasanità a causa di un ospedale defraudato dei propri servizi e incapace di fronteggiare le emergenze urgenze.
Eppure, al netto degli annunci elettorali della scorsa estate, non è cambiato nulla, anzi. Il pronto soccorso del Sant’Isidoro non è mai stato aperto e sostituito da un punto di emergenza per la gestione dei codici bianchi e l’ospedale di Giarre, privato dei suoi reparti, è stato progressivamente svuotato facendolo apparire come una gigantesca cattedrale nel deserto. Il personale sanitario trasferito, i reparti smembrati dando seguito alla volontà del Governo Regionale di lasciare poco o nulla nell’imponente struttura di via Forlanini.
Il Governatore Crocetta è stato il primo ad accorgersi della smobilitazione al Sant’Isidoro, ma è rimasto immobile, benchè a conoscenza di un quadro sanitario drammatico con gli elisoccorso che si mettono in volo il più delle volte senza che ve ne sia necessità. Quindi oggi è il giorno in cui ci si chiede: a cosa serve ancora manifestare a Giarre, scendere in piazza in città dove tutti sanno e apaticamente ignorano un problema che li tocca direttamente
E poco importa se i cittadini, ancora una volta, non aderiscono, se gli studenti – a detta dei critici – ne hanno approfittato per marinare la scuola, se molti consiglieri non sono intervenuti, se la scelta del giorno è stata infelice… oggi piovono solo le critiche ad una manifestazione autoreferenziale, mentre dalla Regione fanno orecchio da mercante.