Il consigliere comunale Angelo Scuderi continua a battersi per far cambiare denominazione al plesso delle scuole medie, intitolato allo pseudo-scienziato seguace delle discusse teorie lombrosiane, mirate a dimostrare la pericolosità sociale del popolo meridionale. Ma l’istituzione scolastica resta da quattro anni inspiegabilmente sorda a tale richiesta
Era il “lontano” 19 marzo 2012 quando il civico consesso di Castiglione di Sicilia votava all’unanimità la proposta del consigliere comunale Angelo Scuderi di impegnare il locale istituto scolastico a sostituire la denominazione data alla scuola media. Il plesso è, infatti, intitolato al criminologo ed antropologo Alfredo Niceforo, appartenente alla scuola del discusso Cesare Lombroso, teorico di una pseudo-scienza, oggi confutata da tutti gli studiosi, che pretendeva di stabilire, attraverso misurazioni cranico-facciali, il grado di delinquenza innata di un individuo.
La pericolosità di questo tipo di studi, rientranti nell’ambito dell’Eugenetica (dal greco “eu”=“buona” e “genesis”=“nascita”), sta nell’assurda e crudele conclusione cui essi conducono, ossia la presunta inferiorità razziale e l’innata tendenza a delinquere delle popolazioni del Sud Italia rispetto a quelle del Nord. E di questa aberrante teoria si nutrono ancora oggi tutti coloro i quali (comprese certe forze politiche) sono animati da pregiudizi antimeridionalisti che tanti danni ed umiliazioni hanno arrecato e continuano ad arrecare ai milioni di italiani che risiedono da Napoli in giù ed, in particolare, in Sicilia.
Adesso, a distanza di quattro anni, il consigliere Scuderi è tornato alla carica nella speranza di scuotere una volta per tutte le coscienze dei membri del Consiglio d’Istituto della scuola media castiglionese, cui spetterebbe il compito di disporre l’invocato cambio di intitolazione.
«La scuola – lamenta Angelo Scuderi – ancora oggi fa orecchie da mercante, ignorando totalmente quella delibera consiliare di quattro anni fa. Continuiamo così a doverci sopportare una scuola media intitolata ad un razzista apertamente ostile al Sud Italia. Personalmente provo una grande rabbia nel sentire accostati ad Alfredo Niceforo i nomi dei bravi alunni della nostra scuola media ogni qualvolta essi si fanno onore in importanti manifestazioni e concorsi scolastici regionali e nazionali. La cosa è ancor più grave se si pensa che siamo in presenza della principale agenzia educativa, ossia una scuola, dove la cultura e la trasmissione dei valori dovrebbero regnare sovrane. Ed, invece, chi ne ha la responsabilità dimostra, di fatto, di ignorare chi fossero Niceforo e Lombroso ed i contenuti delle loro teorie pazzoidi e vergognose».
Ma da dove scaturisce il legame tra l’imbarazzante personaggio e Castiglione di Sicilia, dove si pensò di intitolare a Niceforo (all’indomani della morte di quest’ultimo, avvenuta a Roma nel 1960) un’importante struttura pubblica destinata all’educazione delle giovani generazioni, incorrendo (sicuramente in buona fede) in una clamorosa “svista” storico-culturale? Lo studioso, in realtà, venne alla luce (il 23 gennaio 1876) pressoché “casualmente” nel Comune etneo in quanto i suoi genitori si trovavano lì per momentanee ragioni di lavoro, e non certo per legami di sangue.
Per il resto, questo pseudo-scienziato fu uno dei più fedeli seguaci e continuatori delle sconcertanti teorie di Cesare Lombroso, dando ulteriore impulso al diffondersi in Italia delle idee del razzismo scientifico ed antimeridionalista. In una delle sue tante pubblicazioni, che non vengono più ristampate perché manifestamente razziste, Alfredo Niceforo si spinge addirittura a scrivere che «la razza maledetta che popola tutta la Sardegna, la Sicilia ed il Mezzogiorno d’Italia dovrebbe essere trattata ugualmente col ferro e col fuoco e condannata alla morte come le razze inferiori dell’Africa, dell’Australia, ecc.».
Avendo operato in un periodo storico in cui questo tipo di ideologie riscuotevano parecchi consensi presso le classi dominanti, il Niceforo venne chiamato a rivestire prestigiosi incarichi accademici ed istituzionali: fu, tra l’altro, presidente del Consiglio Superiore di Statistica e delle Società Italiane di Antropologia, Criminologia, Economia Demografica e Statistica, docente di Criminologia all’Università di Roma, direttore di autorevoli riviste scientifiche e membro di diverse Società scientifiche internazionali con sedi in Germania, Francia, Portogallo, Norvegia e Cecoslovacchia.
E dall’alto di queste sue cariche, fece di tutto per perseguire il popolo meridionale: tanto per fare un esempio, da massimo responsabile dell’Ufficio Nazionale di Statistica costringeva gli emigranti del Sud Italia in America a convivere, durante il periodo di “quarantena”, con i Berberi africani anziché con gli emigranti degli altri Stati europei.
Di Castiglione di Sicilia, dunque, Alfredo Niceforo è indubbiamente quel che si suol definire “un figlio illustre”, ma decisamente in negativo.
E’, dunque, encomiabile la “crociata” intrapresa dal consigliere comunale castiglionese Angelo Scuderi, il quale da anni si batte per far rimuovere quella sconvenientissima intitolazione, assolutamente indegna specie per una scuola, che ha l’obbligo istituzionale e morale di trasmettere ai suoi fruitori quei principi di umanità, uguaglianza e tolleranza che il Niceforo, invece, avversava.
Ed insieme agli amici e concittadini Giovanni Torrisi e Pippo Marino, Scuderi ha anche convintamente aderito al “Comitato No Lombroso”, un’organizzazione nazionale che si prefigge di smantellare i mostruosi teoremi dello pseudo-scienziato veronese e dei suoi seguaci (tra cui, per l’appunto, il Niceforo) impegnandosi, altresì, nel convincere le istituzioni a cancellare i nomi dei lombrosiani dalle toponomastiche cittadine e dai pubblici edifici.
Per quanto ci riguarda, notiamo anche un contrasto oltremodo stridente – quasi una “bestemmia” – nella “convivenza” tra il nome del compianto Giovanni Paolo II, cui è intitolato l’intero istituto scolastico castiglionese, e quello di questo “cattivo maestro”, cui è intestato il comparto della scuola media: è come mischiare, parafrasando un vecchio modo di dire, “il diavolo con l’acqua santa”.
Rodolfo Amodeo
FOTO: il consigliere comunale Angelo Scuderi e, sullo sfondo, le teste umane di criminali e malfattori del Sud Italia che Cesare Lombroso ed i suoi seguaci facevano imbalsamare per studiare ed, a modo loro, dimostrare la pericolosità della gente meridionale