La Sicilia ha un primato negativo per diffusione della malattia e per sensibilità della popolazione sulla patologia. Il Centro di Riferimento Regionale per la cura dell’osteoporosi del Policlinico Universitario “G. Rodolico” riunisce i maggiori esperti nazionali per dibattere del tema
Il “gotha” dell’osteoporosi si riunisce a Catania: i massimi esperti italiani della malattia sono a Catania oggi, venerdì 18, al Catania Bone Symposium per dibattere delle nuove terapie sulla malattia e sulla sua diffusione.
L’iniziativa del professor Agostino Gaudio, Responsabile del Centro di Riferimento Regionale per la prevenzione, diagnosi e cura dell’osteoporosi del Policlinico Universitario “G. Rodolico”, con il patrocinio della Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) vuole attirare l’attenzione su una patologia che impatta fortemente in Sicilia.
La Sicilia è tra le prime tre regioni in Italia (dopo Sardegna e Campania) per diffusione dell’osteoporosi, con oltre il 31% degli ultrasessantacinquenni che ha ricevuto una diagnosi di osteoporosi. Inoltre, la Sicilia ha ancora un altro primato negativo: è terzultima, sopra Campania e Calabria, per numero di cittadini oltre i 45 anni che si è sottoposto a un controllo (solo il 20%), con una percentuale del 35% tra le donne.
Per questo gli esperti lanciano l’allarme e continuano il lavoro di sensibilizzazione per una malattia che ogni anno in Italia colpisce circa 5 milioni di persone, prevalentemente donne in età avanzata, e che potrebbe provocare la morte per fratture dovute alla fragilità ossea.
A parlare dei temi della ricerca e della prevenzione a Catania saranno esponenti delle tre sedi universitarie siciliane (Catania, Messina e Palermo), il presidente SIOMMMS professor Claudio Marcocci e alcuni dei più autorevoli esperti delle università italiane.
L’evento sarà inoltre un’occasione per condividere best practice nella gestione dell’approccio terapeutico al paziente con osteoporosi, allo scopo di migliorare l’aspettativa e la qualità della vita dello stesso e, quindi, ridurre l’impatto di queste patologie che hanno una rilevanza sociale ed economica.