Un interessante e valido dialogo culturale, sociale e morale, ha avuto luogo nel salone dell’associazione Costarelli a cura dello stesso sodalizio su un tema attuale quale è quello dell’etica nelle varie professioni, che ha colto in pieno nel segno.

Dialogo tra il procuratore generale della Corte d’Appello di Catania, dott. Salvatore Scalia, il direttore generale Asp di Catania, dott.  Giuseppe Giammanco, il vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti e il giornalista professionista, opinionista, scrittore e saggista Salvo Fallica.

Mons. Raspanti è socio dal 2005 della Pontificia Accademia di Teologia e vescovo della Diocesi dall’ottobre del 2011. I temi in discussione erano quelli di ragione e fede (fides et ratio), scienza e carità contenuti nel volume “Ragioni della scienza, ragioni della carità”, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, a cura di due studiosi e docenti universitari, Giovanni Doria e Maria Chiara Malaguti.

Argomenti attuali e concreti di più di quanto si possa pensare. Argomenti che invitano a ripensare e ricercare le basi della nostra vita, le ragioni stesse della nostra esistenza, il legame intrinseco tra i valori etici e la vita quotidiana.

Ha fatto bene quindi l’associazione Costarelli presieduta dall’avv. Mario Di Prima, funzionario di un Istituto di credito e uomo di cultura, a fare discutere attorno ad un tavolo tre note e stimate persone sull’argomento sollecitati dalle domande di Salvo Fallica, non nuovo in questo ruolo come già avvenuto nel precedente evento con l’intellettuale Alessandra Dino, nello stesso salone del Costarelli, e con varie altre iniziative culturali ed universitarie.

Per la cronaca aggiungiamo che il corposo volume “Ragioni della scienza, ragioni della carità”, contiene saggi di intellettuali, filosofi, teologi, sociologi, psicologi, giuristi, economisti ed esperti di sanità.

I tre relatori, quindi, si sono alternati spinti da opportune sollecitazioni di Fallica, a dare un giudizio sul senso e significato del volume, a chiarire la loro chiave di lettura del testo, a ricordare alcune delle volte in cui sono stati posti dinanzi a situazioni che implicano principi filosofici, ed in particolare delle scelte che hanno complicazioni morali.

Mons. Raspanti in ogni sua risposta si è soffermato maggiormente sul piano filosofico, religioso ed etico mettendo in evidenza la bontà e la ricchezza dei contenuti del testo nonché la modernità di lettura del rapporto fede-ragione.

Il dott. Scalia con acutezza si è addentrato sugli aspetti dei fondamenti della giustizia e sui rapporti fra etica e giustizia (autorizzazione all’aborto, eutanasia, ed altri temi delicati), spiegando con chiarezza la problematica del principio dell’assegnazione, al magistrato, del giudizio finale. Una riflessione sul complesso argomento della decisione e delle ripercussioni sulla vita delle persone.

Il dott. Giammanco, invece, ha risposto che ha trovato il testo molto efficace nell’analisi del rapporto fra scienza ed etica, condividendo l’indagine etica del mondo della sanità. Ed ha aggiunto che nel testo si analizza anche il rapporto fra la scienza che continua a  cambiare il mondo ed il modo di vivere e, quindi le nuove sfide che sorgono sul piano morale.

In conclusione possiamo affermare che siamo stati presenti a un dibattito di alto livello che ha visto la cultura non come dimensione astratta, ma calata nel reale, dato che i relatori si sono augurati che la soluzione di ogni problema che investe la scienza e l’etica deve essere data dopo attenta riflessione, interpellando la propria coscienza, con imparzialità, cioè distaccandosi dalle ragioni delle parti in causa, e molta sensibilità nel fare colloquiare scienza e teologia.

Camillo De Martino

Nella foto di copertina da sinistra: dott. Giuseppe Giammanco, dott. Salvatore Scalia, giornalista Salvo Fallica, mons. Antonino Raspanti, avv. Mario Di Prima.