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Giarre: “non intendo partecipare al funerale di questa città”

Giarre: “non intendo partecipare al funerale di questa città”

Le dimissioni dell’assessore Piero Mangano sono la rappresentazione di un disagio. Un grido di allarme lanciato da un componente dell’esecutivo che, come ha ribadito in diverse interviste rilasciate in questi giorni, “non intende partecipare al funerale di questa città”.

Di una città, tutt’altro che viva. Ma agonizzante, intorpidita da una amministrazione che si è distinta in questi sei mesi per i molteplici incarichi conferiti, per il ripristino di quella politica che fino a qualche mese prima nessuno avrebbe esitato a definire clientelare, di bassa lega, di accordi sottobanco. Nomine su nomine. Per tappare bocche. Scivoli, lettere tenute segrete, consulenti chiamati a gestire il nulla. Un polveroso e abbagliante nulla.

Le dimissioni di Mangano – come ha riferito in aula il consigliere Leo Patanè nell’ultima seduta consiliare  sono solo il “segno di un fallimento dell’attuale Amministrazione.  Già dopo soli 6 mesi il primo assessore probabilmente ha capito l’incapacità dell’Amministrazione Comunale ed ha abbandonato una nave che affonda giorno dopo giorno. Parliamo di un assessore politico che stava lavorando per organizzare eventi a Giarre, che ha presentato una lista forte a sostegno del sindaco D’Anna e che probabilmente dopo solo 6 mesi si è reso conto dell’incapacità di questa Amministrazione gettando così la spugna”.

E se Mangano ha avuto lo scatto d’orgoglio di dimettersi (anche se rientrerà il suo gesto rimarrà indelebile) c’è chi invece come l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe D’Urso, dovrebbe interrogarsi sulla necessità di seguirlo a ruota, se non altro per togliere dall’imbarazzo non solo la città che non si  è accorta della sua presenza ma della stessa maggioranza che sostiene il sindaco, che, il più delle volte, ha preso le distanze da questo componente della Giunta, schivo, riluttante al dialogo e che all’Ufficio tecnico si è visto raramente, tanto più che, in talune vicende, è rimasto ai margini.

Recentemente sul futuro del teatro incompiuto ha dimostrato di non sapere che l’ufficio tecnico stava predisponendo la rescissione del contratto con l’impresa che ha sospeso lavori, rispondendo alla stampa che era sua intenzione aprire il dialogo con la medesima impresa.

E poi quel silenzio imbarazzante a quell’altra interrogazione presentata l’1 dicembre dal consigliere Leo Patanè sul centro diurno di via Berlinguer, adibito a ludoteca natalizia per eventi a pagamento per bambini che richiedeva una tempestiva risposta scritta prima del Natale ma – come affermato nell’ultima seduta dallo stesso consigliere Patanè –  “purtroppo ad oggi l’Amministrazione non si è curata di fornire alcuna risposta ai diversi quesiti da me sollevati. Quesiti soprattutto finalizzati a tutelare la sicurezza e la salute dei bambini che si recheranno nella struttura”.

E poi il de profundis sulla gestione del verde pubblico e sulla paventata chiusura dei parchi comunali.

L’Amministrazione e la politica hanno il compito di fissare l’indirizzo politico e gli obiettivi. Spetta poi ai dirigenti con i loro poteri gestionali porre in essere gli strumenti necessari per realizzare tali obiettivi prefissati.

“Oggi con questa discussione e con il successivo atto di indirizzo proposto dal consigliere Fabio Di Maria – ha detto in aula, preliminarmente il consigliere Patanè – chiediamo al Consiglio e all’Amministrazione di scegliere se aprire i parchi e renderli fruibili o chiuderli e lasciarli al degrado. L’atto di indirizzo è stato approvato dal Consiglio all’unanimità e quindi il dirigente dovrà attivarsi per rendere al più presto fruibile i Parchi di Macchia, San Giovanni e Jungo”.

L’ennesimo schiaffo ad una amministrazione che ha perso di vista propri obiettivi. Semmai li abbia mai avuti. 

Mario Previtera

 

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