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S.S. 185, Ponte Petrolo: a quando il consolidamento?

S.S. 185, Ponte Petrolo: a quando il consolidamento?

Lo ha chiesto all’Anas il politico e sindacalista Giuseppe Russo, memore di una “promessa” risalente ad un anno fa, ma che non è stata ancora mantenuta. Ed intanto l’angusto viadotto ricadente lungo la transitatissima S.S. 185 continua a rappresentare un disagio per la circolazione e, soprattutto, un serio rischio per gli automobilisti

Quasi un anno fa (era il febbraio del 2016) la direzione regionale dell’Anas disponeva le agognate opere di consolidamento del “famigerato” ponte sul torrente Petrolo, ossia l’angusto viadotto ricadente lungo la transitatissima Strada Statale 185, unico asse viario che collega i Comuni della Valle dell’Alcantara. A tutt’oggi, però, sulla fatiscente arteria non è stato ancora “avvistato” nessun operaio.

Da qui l’ennesima missiva-appello che nei giorni scorsi Giuseppe Russo, noto politico, sindacalista ed operatore culturale di Giardini Naxos, ma originario del Comune di Graniti nel cui territorio il Ponte Petrolo ricade, ha inviato all’ente nazionale per la manutenzione delle strade e, per conoscenza, anche al Prefetto di Messina. Russo, in particolare, ha ingaggiato tale “battaglia” in qualità di presidente dell’associazione culturale “Tradizione, Ambiente e Turismo”.

«In riferimento alla vostra nota prot. 9949 del 19.02.2016 trasmessa al Comune di Taormina e girata per conoscenza alla nostra associazione – si legge nella recente lettera all’Anas di Giuseppe Russo – si chiede se le opere di consolidamento da voi previste sono state finanziate. E, più in generale, si chiede di conoscere lo stato di tale pratica, atteso che dopo gli eventi meteorici alluvionali di questi ultimi mesi la situazione del ponte sul torrente Petrolo è ulteriormente peggiorata. Si lamenta, a tal proposito, l’immobilismo delle amministrazioni comunali del comprensorio interessato, che più volte sollecitate su queste ed altre situazioni critiche, fanno finta di non vedere (forse per il quieto vivere), salvo poi stracciarsi le vesti a disastro avvenuto».

Per quanto ci riguarda, la “triste” ed “infinita” storia del Ponte Petrolo ormai la conosciamo a memoria in quanto, trattandosi di un problema “atavicamente permanente”, a noi cronisti della Valle dell’Alcantara capita di dovercene occupare almeno un paio di volte all’anno, anche per le frequenti interrogazioni e richieste d’intervento presentate da parlamentari, amministratori locali e politici in genere, sino ad oggi, purtroppo, rimaste inascoltate.

Tutto ebbe inizio nel lontano 1971, quando un’alluvione minò i piloni portanti di tale viadotto. Si decise, allora, di restringerne la carreggiata tramite dei guard-rail, in maniera tale da obbligare alla circolazione a senso unico alternato ed impedire, così, che il ponte venisse gravato da eccessivo peso. Ma, come un consolidato malcostume “italiota” esige, una soluzione che sarebbe dovuta essere provvisoria è divenuta… definitiva.

Così, specie nelle giornate a più alto traffico veicolare (Pasquetta, 1 Maggio, Ferragosto, ecc.), in quel “budello” della S.S. 185 sono frequenti gli ingorghi, le imprecazioni e le “carezze” tra autovetture i cui conducenti non sempre, soprattutto se non abituali frequentatori della Valle dell’Alcantara, riescono a calcolare visivamente la larghezza della carreggiata.

Ed è superfluo dire che non basta rallentare o “stringersi a destra” quando sul ponte è già in transito un mezzo pesante: in tali casi non si può far altro che arrestare la marcia prima dell’imbocco ed attendere che il pullman o il camion lascino definitivamente quell’unica corsia a disposizione.

L’unico “pannicello caldo” è stato messo una decina di anni fa dal Dipartimento Anas di Catania, che fece effettuare dei sondaggi per verificare le condizioni statiche del viadotto. E’ stato, quindi, rilevato che il Petrolo non presenta rischi di crollo, ma che tuttavia «è opportuno che il traffico sulla sua carreggiata continui a svolgersi col sistema del senso unico alternato». Ed allora, alla luce di tale “pilatesco” ed alquanto contraddittorio pronunciamento, bisogna dedurre che il rischio di crollo c’è, eccome!…

I disagi, dunque, persistono, mentre viene considerata improponibile l’ipotesi di realizzazione di un’arteria alternativa a causa dell’impatto ambientale che essa produrrebbe nel territorio che dovrebbe attraversare (in realtà un percorso alternativo ci sarebbe di già, ossia la Strada Provinciale 81 ricadente nella contigua provincia di Catania, ma essa è percorribile solo sino ad un certo tratto ed, in ogni caso, il suo attuale imbocco-sbocco nella frazione castiglionese di Mitogio è inaccessibile ai mezzi pesanti). Sta di fatto che, qualche anno fa, di questa arteria alternativa ci sarebbe stato assoluto bisogno in quanto la chiusura dell’autostrada Messina-Catania a causa di una frana, ha obbligato tanti automobilisti e camionisti, costretti a spostarsi per lavoro, ad utilizzare la S.S. 185; e, come volevasi dimostrare, in corrispondenza del “famigerato” Ponte Petrolo il traffico è andato in tilt per almeno un paio di giorni, causando non pochi problemi ai pendolari del posto ed a quelli provenienti da fuori.

E come se non bastassero i disagi per la circolazione, la presenza di quest’autentico “obbrobrio stradale” ha anche comportato per il territorio in cui ricade la perdita di una significativa opportunità economica ed occupazionale. Alcuni anni addietro, infatti, una catena della grande distribuzione alimentare avrebbe voluto impiantare tra i Comuni di Gaggi e Graniti un proprio centro di stoccaggio per l’Italia meridionale, assicurando l’assunzione di centinaia di unità di personale del luogo. Ma i responsabili di tale struttura, resisi conto che i loro autotreni avrebbero incontrato serie difficoltà nel transitare dal Ponte Petrolo, hanno dovuto rinunciare all’impresa.

I frequenti “sos” lanciati dall’associazione “Tradizione, Ambiente e Turismo” dovrebbero, pertanto, far seriamente riflettere e, soprattutto, concretamente “agire” chi di dovere: non si è, infatti, in presenza di generiche lamentele, bensì di ben precise denunce in cui si fanno rilevare “avvallamenti nella carreggiata” e “deformazioni dei muretti laterali” che potrebbero preludere a cedimenti e crolli o, in altre parole, ad un disastro annunciato (come i tanti di cui ci riferiscono spesso gli organi d’informazione proprio in materia di viabilità).

Il fatto è che prima di “sognare” il… Ponte sullo Stretto, sarebbe opportuno pensare ai più “umili”, ma non meno importanti e strategici “ponticelli” di cui è costellata la complessa rete viaria interna della nostra regione.

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: Giuseppe Russo e, sullo sfondo, l’imbocco del Ponte Petrolo per chi proviene dall’entroterra della Valle dell’Alcantara

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