Impresa siciliana vanta 50 milioni dallo Stato che non paga ma esige il pagamento delle tasse. -
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Impresa siciliana vanta 50 milioni dallo Stato che non paga ma esige il pagamento delle tasse.

Impresa siciliana vanta 50 milioni dallo Stato che non paga ma esige il pagamento delle tasse.

Il presidente nazionale di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro insieme all’avv. Concetta Italia dell’ufficio legale e all’amministratrice della Dusty srl, una impresa creditrice dello Stato, è stato ricevuto dal vice-ministro Enrico Morando, all’ordine del giorno il cuore pulsante dell’economia italiana: le imprese e i loro crediti verso lo Stato

Lo Stato sin dal 2012 ha previsto per agevolare il saldo dei debiti verso i fornitori con apposito decreto, la piattaforma per la certificazione dei crediti che permette la compensazione  di debiti nei confronti dell’erario. Purtroppo nonostante tale opportunità ci si trova di fronte ad imprese, professionisti e dipendenti a rischio fallimento o chiusura  a causa di debiti verso l’erario nonostante i crediti vantati.

“Tra i casi che abbiamo sottoposto al  vice-ministro,  una grossa azienda siciliana, la Dusty srl, che da oltre 35 anni opera per conto delle Pubbliche Amministrazioni nel settore dei servizi di igiene ambientale con un organico di circa 700 dipendenti che vanta ad oggi un credito nei confronti dello Stato 50 milioni di credito di cui 17 milioni oltre interessi da parte di ATO Me2. 

Abbiamo tenuto a sottolineare al vice ministro Morando  che è  incomprensibile ed inaccettabile  che un’impresa che vanta un credito rilevante nei confronti della pubblica amministrazione e che non può interrompere un servizio di pubblica utilità  e deve far fronte prioritariamente al pagamento degli stipendi dei propri dipendenti, dei fornitori, dell’Inps e dell’Inail si veda spesso beffata con il  blocco dei conti correnti da parte dell’erario” dichiara Carmelo Finocchiaro, combattivo presidente nazionale di Confedercontribuenti.

I debiti del contribuente nei confronti dello Stato devono essere onorati entro i termini previsti dalla normativa vigente, andando incontro ad esose sanzioni per ritardato pagamento più interessi di mora, di contro lo Stato debitore non rispetterebbe  le condizioni previste nei contratti di servizi a causa di disparità di trattamento tra i fornitori.

E’ stato posto in evidenza da Confedercontribuenti  il caso specifico degli ATO. Essi  sono stati istituiti da Regioni ed enti locali sulla base di specifiche disposizioni di Legge  e sono preposti all’esercizio di funzioni amministrative in materia di gestione di servizi pubblici essenziali. Ma nonostante ciò ci sarebbero  pareri discordanti tra la Ragioneria Generale dello Stato  e quella provinciale circa la concezione di ATO come Amministrazione Pubblica.

Per far valere i propri diritti  molte imprese si sono rivolte al TAR e al CGA i quali, esprimono sempre  sentenze e ordinanze tutte favorevoli alle imprese e nominano per le stesse, di volta in volta, i commissari ad acta che nel caso di ATO Me2 è stato nominato il dott. Romeo il quale userebbe disparità di trattamento certificando il credito solo per alcune aziende determinando un grave e irrimediabile danno per aziende, professionisti e per i dipendenti.  

Il vice ministro Morando, confermando che tutti gli ATO rientrano nella Pubblica Amministrazione, ha comunicato che farà effettuare verifiche presso gli uffici competenti.

“Confido molto nell’intervento del MEF affinché si possano salvare imprese e i propri dipendenti da  una situazione  di crisi economica ed occupazionale già grave.  Molto rilevante è stato il supporto e l’assistenza fornita  alla mia impresa da Confedercontribuenti”, dichiara la signora Maria Rosa Pezzino de Geronimo amministratrice della impresa creditrice che ha potuto mettere in luce la situazione degli ATO anche intervenendo alla trasmissione televisiva “Mi manda Rai3” con il presidente di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro.

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