Mafia dei Nebrodi: sottoposti a fermo una decina di indagati tra Cesarò e Bronte -
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Mafia dei Nebrodi: sottoposti a fermo una decina di indagati tra Cesarò e Bronte

Mafia dei Nebrodi: sottoposti a fermo una decina di indagati tra Cesarò e Bronte

La Dda della Procura di Catania ha disposto il fermo di una decina di indagati. Il provvedimento è stato eseguito da carabinieri del Ros del capoluogo etneo.

Tra i destinatari dei fermi anche i presunti capi dei due gruppi, Giovanni Pruiti fratello dell’ergastolano Giuseppe, condannato per associazione mafiosa e omicidio, e Salvatore Catania, detto Turi.

Inoltre Salvatore Catania è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, noto per i violenti scontri in paese con il rivale Francesco Montagno Bozzone, appartenente al clan dei Mazzei, in passato contatti con Enzo Aiello, che oggi è detenuto al 41 bis, condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Angelo Santapaola e Nicola Sedici e ritenuto un responsabile della famiglia Santapaola-Ercolano.

Entrambi sarebbero riconducibili alla mafia rurale dei Nebrodi. La Procura chiederà la convalida dei fermi nelle prossime ore.

Al centro delle indagini di militari dell’Arma, che hanno redatto un’informativa di circa 100 pagine, la violazione del cosiddetto “protocollo Antoci” da parte dei clan.

Secondo l’accusa, per poterlo “aggirare” con minacce e aggressioni, avrebbero costretto allevatori e contadini a cedere i terreni di loro proprietà per potere così accedere ai contributi per l’agricoltura dell’Unione europea senza la certificazione antimafia che il presidente del parco dei Nebrodi, sfuggito lo scorso anno a un agguato di mafia, ha reso obbligatoria per l’accesso ai finanziamenti.

“Notizie come questa ci fanno sperare in un futuro diverso e migliore e soprattutto ci danno la consapevolezza che il sacrificio e la perdita della libertà personale non sono stati vani. Congratulazioni vivissime all’Arma dei carabinieri del Ros e alla magistratura per l’eccellente lavoro svolto”.

Lo afferma Fabio Venezia, il sindaco di Troina (Enna) che vive sotto scorta dopo le minacce della mafia dei Nebrodi, sull’inchiesta della Dda della Procura di Catania che ha portato al fermo di una decina di presunti appartenenti alle cosche di Bronte e Cesarò.

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