Verso l’8 marzo: sciopero internazionale delle donne -
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Verso l’8 marzo: sciopero internazionale delle donne

Verso l’8 marzo: sciopero internazionale delle donne

L’appello del movimento delle donne di “Non una di meno”, con la proclamazione dello sciopero generale di 24 ore per l’8 marzo, continua a raccogliere adesioni e consensi, e non solo fra le donne.

Si tratta di uno sciopero internazionale delle donne, con oltre 20 Paesi che hanno già aderito, sciopero che fa seguito alla grande manifestazione di Roma del 26 novembre 2016 e alla grande partecipazione ai 2 giorni svoltasi a Bologna il 4 e il 5 febbraio.

“Uno sciopero – si legge in un comunicato dell’Usb, uno dei sindacati di base che ha proclamato lo sciopero dell’8 marzo – che vedrà mobilitazioni in tutte le città ma, anche, uno sciopero dal lavoro domestico e di cura che ancora troppo spesso grava in via esclusiva sulle donne, siano esse native o migranti, che fungono da ammortizzatore sociale di un welfare sempre più privatizzato.

Uno sciopero per dire basta alla violenza maschile sulle donne, alle discriminazioni di genere e alle molestie nei luoghi di lavoro, ai femminicidi.

Uno sciopero per urlare che non se ne può più delle discriminazioni salariali di genere fatte di livelli contrattuali più bassi, di una retribuzione fino al 20% inferiore a quella degli uomini a parità di mansione, di ricorso massiccio al part time involontario, di lavori non qualificati nonostante una maggiore scolarizzazione, di richiesta di dimissioni in bianco all’atto dell’assunzione, di maggiori contratti atipici e precari da giovani e di pensioni da fame in vecchiaia.

Uno sciopero per rivendicare il diritto a servizi pubblici gratuiti ed accessibili, al reddito sociale, alla casa, al lavoro e alla parità salariale; all’educazione scolastica, alle strutture sanitarie pubbliche – a cominciare dai consultori – libere da obiettori; alla formazione di operatori sociali, sanitari e del diritto.

Per il diritto all’autodeterminazione e all’interruzione di gravidanza gratuita e sicura. Per il riconoscimento ed il finanziamento dei Centri Antiviolenza ed il sostegno economico per le donne che denunciano le violenze”.

Come scioperare l’8 marzo? “Non esiste – spiega il movimento “non una di meno” – una sola forma di sciopero da sperimentare l’8 marzo. Esistono condizioni di lavoro e di vita molto diverse. Lo sciopero coinvolgerà lavoratrici dipendenti, precarie, autonome, intermittenti, disoccupate, studentesse, casalinghe. Indipendentemente dal nostro profilo, siamo coinvolte in molteplici attività produttive e riproduttive che sfruttano le nostre capacità e ribadiscono la nostra subalternità.

Per praticare concretamente il blocco delle attività produttive e riproduttive, elenchiamo solo alcune possibilità: l’astensione dal lavoro, lo sciopero bianco, lo sciopero del consumo, l’adesione simbolica, lo sciopero digitale, il picchetto. Lo sciopero si rivolge principalmente alle donne, ma ha più forza se innesca un supporto mutualistico con gli altri lavoratori, le reti relazionali e sociali, chi assume come prioritaria questa lotta.

Vogliamo trovare soluzioni condivise e collettive come è avvenuto in Polonia in cui molti uomini, mariti, compagni, padri, fidanzati, fratelli, nonni, amici, hanno svolto un lavoro di supplenza nello svolgimento di attività normalmente svolte dalle donne. Se sei precaria e non ti è garantito il diritto di scioperare, puoi chiedere un permesso (per esempio per andare a donare il sangue) e astenerti dal lavorare. Per chi lavora in nero o in modo saltuario si possono organizzare iniziative di sostegno materiale e casse di mutuo soccorso.

Grande ruolo potranno avere i centri antiviolenza in quella giornata organizzando iniziative e rilanciando il piano femminista contro la violenza a partire dall’esperienza e le competenze di chi opera in questo settore. La pratica del picchetto può essere utilizzata per un doppio scopo: bloccare gli accessi per bloccare la produzione; praticare presidi di denuncia contro persone, narrazioni e comportamenti violente, svilenti e dannose per le donne, sul modello dell’escrache argentino. Per consentire anche a chi non può scioperare in altro modo, rilanciamo cortei o manifestazioni,diurne o serali, in tutte le città per riprenderci la notte e lo spazio pubblico, per fare marea e conquistare visibilità pubblica”.

Insomma, quest’anno, l’8 marzo sarà all’insegna della lotta.

Orazio Vasta

 

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