Un minuto di silenzio, tutti immobili, quasi pietrificati davanti all’orrore della violenza che in questi giorni ha sconvolto Pedara ed il suo Istituto Comprensivo “Salvatore Casella” dove il preside Fernando Rizza è stato pestato da due ignoti che gli hanno pure intimato di abbandonare la città.
Poi l’Inno di Mameli a rompere la calma gelida nel cortile del plesso di via Eleonora D’Angiò: si è svolto così stamani il flash mob organizzato per gridare a gran voce “No alla violenza” dopo i fatti della scorsa settimana che oltre a mandare in ospedale il dirigente scolastico del Casella hanno gettato nello sgomento una intera comunità.
Insegnanti, genitori, studenti, oggi tutti attorno a Rizza per rispondere ad un vile gesto con la cultura e col dialogo. La lunga serie di eventi organizzati in questa giornata dedicata alla legalità ha avuto inizio in aula magna dove i componenti dell’Andis, l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, di Catania e di Enna si sono riuniti in segno di solidarietà proprio nell’aula magna del Casella, il messaggio lanciato è quello che non si può trasformare il luogo in cui si educa al rispetto delle regole in un luogo dove c’è violenza.
Poi tutti in cortile per il flash mob; alunni, professori, dirigenti e Consiglio d’Istituto. Con loro le autorità cittadine, il sindaco Antonio Fallica, gli assessori Marina Consoli e Leonardo Laudani, il consigliere comunale Davide Russo e le forze dell’ordine. Tutti insieme per sostenere il preside e prendere le distanze da questo episodio che infanga il buon nome di Pedara.
“Sono commosso per la solidarietà mostrata – ha dichiarato ancora scosso Fernando Rizza –. La scuola è chiamata ad educare e noi ci siamo interrogati su questo. Ci sentiamo stimolati a fare di più dopo questo episodio, ci occuperemo ancora di più dei nostri ragazzi”.
“Pedara non è un paese violento – ha dichiarato il sindaco Antonio Fallica – abbiamo subìto un grosso danno, il preside è un’istituzione della città che sentiamo nostra e per questo diciamo no ad ogni forma di violenza”.
“La cosa più grave è che sono state violate le mura dell’educazione e dell’insegnamento – ha aggiunto l’assessore alla Pubblica Istruzione Marina Consoli – e noi non ci stiamo”.
“È un momento difficile quello che la scuola sta attraversando – ha dichiarato inoltre Maria Catena Trovato componente del direttivo regionale Andis – la vediamo sempre più attaccata ed oberata da incombenze che provengono dall’alto, in modo particolare i dirigenti scolastici siamo diventati il capro espiatorio di tutto ciò che non funziona a fronte di quella che è una percezione sociale di quasi onnipotenza della nostra figura. Siamo carichi di responsabilità ma non abbiamo gli strumenti per portare avanti le innumerevoli incombenze che ci vengono dettate dall’alto, questo crea disagi non solo sotto il profilo della professione ma a livello sociale. Nessuno infatti riesce a porre al centro la scuola come base per la crescita. Noi pretendiamo che l’Istituzione-Scuola scuola torni al centro dell’interesse della società civile”.
“Vogliamo il dialogo, la parola, il rispetto per tutti” ha ribadito anche la vice dirigente Cettina Torrisi, con lei il direttore amministrativo Melita Reina: “La violenza non è mai la risposta giusta. Stiamo lavorando in sinergia con il Comune per garantire maggiore sicurezza”.
Spazio anche ai ragazzi: alcuni di loro hanno preso la parola auspicando che fatti vergognosi come quello di giorno 23 febbraio non accadano più, né al Casella né in nessun’altra scuola.
Ognuno di loro ha poi preparato dei post.it con frasi di vicinanza, conforto e sostegno da consegnare a Rizza che ha promesso di esporre all’interno del suo ufficio di presidenza.