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Catania, presentato il libro “Tempesta perfetta”: una lettura non facile, ma necessaria

Catania, presentato il libro “Tempesta perfetta”: una lettura non facile, ma necessaria

A Catania, organizzato dalla Rete dei Comunisti, presso il Comitato di Solidarietà Popolare “Graziella Giuffrida”, sito in via Vittorio Emanuele 436, è stato presentato il volume  “Tempesta Perfetta” (Odradek, pp. 172), realizzato da “Noi Restiamo”, un collettivo di giovani attivo nel Nord Italia.

Si tratta di una raccolta di dieci interviste a dieci economisti accademici – Riccardo Bellofiore, Giorgio Gattei, Joseph Halevi, Simon Mohun, Marco Veronese Passarella, Jan Toporowski, Richard Walker, Luciano Vasapollo, Leonidas Vatikiotis, Giovanna Vertova – quasi tutti di estrazione marxista, marxiana e post-keynesiana, a cui sono stati posti  quattro quesiti sull’attuale crisi economica: la collocazione teorica delle cause della crisi economica; la funzione delle istituzioni europee nella gestione della crisi; il ruolo del teorico “eterodosso” nel dibattito economico e politico; la possibile esistenza di elementi di rottura e di contraddizione del capitalismo in Italia e nel resto del mondo.

Relatori della presentazione del volume Giuseppe Amata, docente di Economia all’Università di Catania, Marta Fana, giornalista e ricercatrice Economia Sciences Po – Paris, Riccardo Rinaldi, di “Noi Restiamo”. Ha introdotto Antonio Allegra della Rete dei Comunisti.

I relatori hanno analizzato le risposte dei dieci economisti: sette di loro sono stati i più attenzionati e, quello che segue, è la sintesi del “messaggio” giunto attraverso le loro risposte  analizzate dai relatori.

Joseph Halevi ha definito l’UE come la negazione di un’entità unita. Giorgio Gattei ha evidenziato  l’assetto asimmetrico dell’UE, con la Germania  che fa prestiti alla periferia europea. Luciano Vasapollo, invece, ha evidenziato lo scontro inter-imperialistico nella competizione globale, sostenendo  l’uscita dall’UE, attraverso un nuovo “internazionalismo di classe”. Marco Veronese Passarella ha puntato l’attenzione  sulla sovranità monetaria e fiscale. Jan Toporowski ha analizzato  la crisi europea come dipendente da un crollo degli investimenti. Riccardo Bellofiore ha sintetizzato la crisi come crisi fondamentalmente finanziaria, con la finanza legata al capitalismo “in maniera morbosa”. Giovanna Vertova, ritiene che la svalutazione dell’euro non migliorerebbe la competitività delle aziende italiane per la forte dipendenza dalle importazioni.

Le analisi alle risposte degli economisti e le analisi proposte dagli stessi relatori hanno suscitato un vivace dibattito con l’intervento di alcuni dei presenti alla conferenza, sul ruolo distinto dell’imperialismo USA e dell’UE.

Da Antonio Allegra questo contributo su “Tempesta Perfetta”: “Tempesta perfetta” è uno dei pochi tentativi di comprendere il presente che proviene da settori politici delle nuove generazioni, quelle della working poor generation, nate e cresciute nella crisi, cioè in una fase storica in cui le nuove generazioni non hanno più davanti una fase di crescita o di miglioramento delle proprie condizioni economiche rispetto alla generazione precedente – come ancora poteva accadere per quelle che lottavano negli anni Settanta e Ottanta – ma hanno davanti un futuro in cui i paradigmi dell’accumulazione capitalistica sono stati portati all’estremo, a un punto cioè da non permettere più alcuna previsione positiva, se non a livello ideologico e propagandistico.

Dopo l’utile lavoro del collettivo Clash City Workers sull’analisi della composizione lavorativa dopo la ristrutturazione produttiva, i compagni della campagna “Noi restiamo” affrontano uno dei temi meno indagati dalle giovani generazioni, ossia la natura di questo capitalismo e delle sue crisi e lo fanno come dovrebbero fare le nuove generazioni: domandandosi il perché di quello che stanno vivendo, senza darsi spiegazioni facili, che il più delle volte servono solo a consolarsi. “Noi restiamo” interroga economisti eterodossi – cioè non allineati con l’economia politica dominante nei media e nelle università – che provano a spiegarsi il senso di questa crisi.
Dal libro emergono risposte diverse. I futuri sviluppi permetteranno ai lettori, specialmente a quelli più giovani, di capire quale siano gli strumenti concettuali più utili per capire e, dunque, a cambiare questa realtà. Una lettura non facile, ma necessaria”.

Orazio Vasta

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