Una parlata dialettale imbastardita! -
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Una parlata dialettale imbastardita!

Una parlata dialettale imbastardita!

E se l’eventuale nascita di un consorzio “Jonia-Taormina-Etna” rappresentasse anche un’occasione per attivare un automatico processo di “restauro” e dunque di tutela della parlata dialettale locale? Premesso che la costituzione di un Libero Consorzio potrebbe determinare l’avvento di un’entità territoriale capace di abbracciare sia Comuni di matrice catanese che Comuni messinesi, non è da escludere che, limitatamente alla zona Jonica confinante con la provincia di Messina, la ridefinizione della geografia amministrativa possa allontanare Giarre, Mascali e Riposto delle influenze linguistiche catanesi. Sicuramente ai più non sarà fuggita l’ormai consolidata affermazione di un fenomeno di contaminazione della parlata dialettale locale da parte dell’idioma catanese. Termini come il verbo “Taliari” e “Pavari” , appartenenti all’area prettamente catanese, sono infatti ormai facilmente riscontrabili nel nostro linguaggio, sebbene non abbiano alcuna correlazione con il nostro patrimonio linguistico dialettale. A spiegare la genesi di questo trend è il professore Sebastiano Russo, esperto di dialettologia siciliana ” Da anni ormai è possibile notare che la parlata adottata tra Giarre, Riposto e Mascali sia stata contaminata da quella catanese. Mi sento di attribuire questa graduale perdita delle peculiarità linguistiche della zona Jonica all’incremento dei contatti tra il territorio predetto e l’area catanese. L’accorciamento delle distanze ed il progressivo innalzamento del numero di soggetti che, o per motivi di studio o professionali, frequentano Catania, costituiscono alcune delle principali cause del fenomeno di contaminazione della parlata locale. Anche gli episodi di migrazione dei catanesi nel nostro territorio al fine di affollare le nostre spiagge nel periodo estivo, rappresentano un fattore che incide sulla perduta “verginità” della parlata Jonica. Aggiungo che il largo consumo di programmi televisivi trasmessi da emittenti catanesi, contribuisce a quella che poi diventa una perdita dei caratteri identitari di una popolazione. Il fenomeno in atto comunque può essere definito come un classico della storia siciliana. Così come le dominazioni delle culture che ci hanno invaso, hanno influenzato il nostro “parlato”, allo stesso modo oggi, lo stretto contatto con una realtà predominante ha modificato il nostro codice linguistico omologandolo a quello del territorio attorno al quale gravitano gli altri comuni. Ciò spiega anche perché sempre spesso sentiamo le preposizioni pronunciate con la vocale “o” e non con la “u”.

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