Giarre: la famigerata delibera 75 bis, il raddoppio delle bollette idriche, e i cittadini costretti a subire l’ennesimo salasso
Tiene ancora banco, a Giarre, il raddoppio del canone originato dall’ormai famosa determina 75 bis sulla cui legittimità è in atto una indagine della magistratura: nei giorni scorsi, è stato notificato all’ex sindaco Teresa Sodano e al dirigente comunale Letterio Lipari, un avviso di conclusione indagini per falso ideologico. Sono sempre di più quei cittadini giarresi che manifestano le proprie perplessità sul pagamento di quelle bollette, lievitate per effetto di una presunta operazione “salvezza” dell’Ente, sull’orlo di un dissesto economico, caricando sulla collettività errori gestionali maldestri.
Dopo la conferenza organizzata dal prof. Salvo Vitale, unitamente a Salvo Andò, ed alla quale ha preso parte anche il sindaco Roberto Bonaccorsi, si susseguono, in questi giorni, le prese di posizione. Proprio il Primo cittadino giarrese è stato il primo a mettere le mani avanti, confermando la propria linea d’azione: non revocare, in autotutela, l’atto che ha generato il raddoppio delle bollette. «Sulla vicenda che vede al centro delle polemiche la determina sindacale 75 bis del 31/10/2012 – atto che permise alla vecchia Amministrazione Sodano di raddoppiare le tariffe sul canone acqua potabile – è tempo di fare chiarezza. Nessun motivo, che non sia di natura esclusivamente giuridica – sottolinea Bonaccorsi –, mi spinge a non revocarla. Sono consapevole di quanto il pesante aumento prodotto vada a colpire senza distinzioni tutti i cittadini. Tuttavia – sottolinea il sindaco Bonaccorsi –, la determina ha prodotto i suoi effetti, è uno dei tasselli del Bilancio 2012, e questo non permette di eliminarla con un tratto di penna. Lo impedisce la legge: lo conferma la giurisprudenza; si tratta di un indirizzo che mi hanno confermato tutti i tecnici ed i prestigiosi amministrativisti che ho consultato da quando lavoro, da Sindaco e da assessore al Bilancio, sui conti del Comune di Giarre. La scelta più logica da compiere, per tutti noi – rimarca il Sindaco – è quella di aspettare l’esito delle indagini che le autorità giudiziarie stanno compiendo. Passerà del tempo, ma non ci faremo trovare impreparati: qualora venisse accertata l’illegittimità della determina e il giudice dovesse stabilire il rimborso, procederò alla restituzione delle somme pagate dai giarresi tramite un fondo, che ho già inserito nel prossimo Bilancio comunale, utile ad accantonare le risorse necessarie».
E se il sindaco Bonaccorsi sembra avere le idee chiare sul pagamento delle bollette del servizio idrico, invitando i cittadini alla ragionevolezza, non può dirsi sulla stessa linea Salvo Andò. «Pare ormai acclarato che l’aumento delle tariffe relative al servizio idrico, di cui alla famigerata determina 75/bis, sia il risultato di un travisamento di fatti e circostanze sulla cui base si doveva definire il costo del servizio. Da ciò, scaturiscono tariffe assolutamente irragionevoli. Tenuto conto di ciò – scrive in una nota Andò –, bisogna evitare, con ogni mezzo, di infliggere ai cittadini sacrifici economici che non trovano alcuna giustificazione. Qualunque altra scelta, inevitabilmente, è ingiusta e creerà risentimenti sociali che non aiutano in un momento in cui occorre che tutti remino nella stessa direzione per affrontare i difficili problemi posti dalla crisi». E, nella nota, l’ex ministro si spinge oltre, invitando i cittadini ad assumere una precisa posizione. «Ai cittadini – evidenzia Andò – si può consigliare di pagare solo una parte delle bollette (50%), contestualmente, con la nostra associazione, continueremo a mettere in atto azioni popolari che rendano i cittadini partecipi dei processi decisionali e di denuncia. Fare finta di niente è sconsigliabile, ammesso e non concesso che la gente sia nelle condizioni economiche di pagare. Quando sono in gioco i diritti dei cittadini è dovere degli amministratori pubblici, dei partiti, dei sindacati, dell’associazionismo, assumere tutte le iniziative necessarie per evitare ingiustizie che potrebbero produrre tensioni sociali tali da destabilizzare l’ordine pubblico. Infine, ci auguriamo che venga mantenuto dal Sindaco l’impegno volto all’istituzione di una Commissione consiliare che proceda all’analisi dei costi del servizio idrico integrato».
E c’è chi, come la neonata associazione “Articolo 1” di Alfredo D’Urso, coglie l’occasione per assumere una precisa posizione sull’argomento dell’anno. Puntando sull’analisi dei costi. «La determina 75 bis ha determinato un grave vulnus, una ferita, nel corpo vivo della società giarrese perché ha colpito in maniera indiscriminata un bene primario per la vita delle famiglie e sulla base di dati palesemente falsi sulla popolazione più debole al solo scopo di chiudere un bilancio che faceva “acqua “ da tutte le parti. Che la determina fosse un palese raggiro da parte della passata amministrazione – si legge nella nota di Articolo 1 – è stato subito evidente e denunciato pubblicamente e politicamente da più parti. Tuttavia, la determina è stata avallata con il voto sul bilancio previsionale dai consiglieri della passata maggioranza alcuni dei quali siedono oggi nella nuova maggioranza e alcuni nella attuale minoranza. Ad oggi, ci è stato detto, dal Sindaco, che la richiesta di revoca della determina, sulla quale sono in corso indagini da parte della magistratura è impraticabile perché l’efficacia dell’atto si è ormai conclusa e che non è possibile fare a meno di una entrata a fronte di un atto legittimo fino a prova contraria. È chiaro che si tratta di un’argomentazione giuridica che ha il suo fondamento che tuttavia non risolve il danno e la beffa di cui sono stati vittime i cittadini giarresi. Per questo – prosegue la nota di Articolo 1 –, chiediamo, in primo luogo, che la rateazione della 2ª rata sia consentita in misura anche più ampia, per venire incontro alle difficoltà delle famiglie meno abbienti, e sosteniamo la richiesta che è stata avanzata di verificare i costi che sono stati portati a sostegno della determina 75bis con una commissione di inchiesta, aperta ad esponenti esterni all’amministrazione ed al Consiglio comunale, esperti in materia e che sia verificata la platea dei contribuenti, al fine di scovare le sacche di evasione concausa delle elevate tariffe dell’acqua (ma anche della Tarsu). Ma chiediamo anche, e soprattutto, che siano rivisti prima della scadenza del 30 Novembre i costi e, conseguentemente, le tariffe per l’anno in corso che varranno per il futuro. Infatti, non è pensabile che siano reali i costi presentati, aumentati del 100% in un anno e che in alcuni casi sono assolutamente fuori dalla realtà. Chiediamo, infine, che in sede di consuntivo, qualora sia accertata una maggiore entrata rispetto alle spese reali, il surplus venga restituito ai cittadini, per ragioni di giustizia sostanziale, prima ancora di attendere il responso della magistratura sulla legittimità dell’atto».
In Consiglio comunale, nella seduta di mercoledì 27, è stato il consigliere Di Grazia ad intervenire in maniera diretta sulla questione. In una nota, lo stesso chiede al Sindaco se «al di là di eventuali risvolti penali della vicenda, sia necessario rivolgere la propria attenzione piuttosto al contenuto della determina n. 75 bis al fine di escludere un eventuale errore nell’analisi dei costi elencati per aggregati (ma non analitici) e, di conseguenza, provvedere ad accertare, con scrupolosa attenzione ed in maniera analitica, l’attendibilità delle singole voci di spesa elencate e riportate nel prospetto allegato alla determina a firma del rag. Lipari, in quanto un eventuale scostamento, produrrà inevitabilmente una variazione tariffaria. Dal predetto prospetto, infatti, si evince che le previsioni di entrata per il 2012 (calcolate ovviamente sul dato 2011) ammonterebbero ad euro 1.402.000,00. Per quanto concerne l’anno 2012 (vedi allegato alla determina 75 bis) si evince una previsione di spesa per il servizio idrico che ammonterebbe ad Euro 2.407.820,32. Questo surplus di spesa per la gestione dello stesso servizio da un anno all’altro mi crea non poche perplessità. Signor Sindaco, non è possibile che questi calcoli siano errati? Infatti, se teniamo conto che secondo la normativa di riferimento circa la determinazione della tariffa da applicare quale corrispettivo del servizio idrico integrato (in particolare l’art. 154 comma 1 del D.Lvo 152/2006) è previsto che “debba essere assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio”, i dati saltano all’occhio…
Il dato relativo all’entrata 2011, in base alla previsione di entrata 2012 e riferito a prima del proposto aumento tariffario (Euro 1.402.000,00), infatti, non potrebbe non essere congruo anche perché, diversamente, si sarebbe violata la legge con grave danno erariale. Alla luce di queste considerazioni è lecito domandarsi quali elementi abbiano fatto si che la previsione di spesa successiva, che poi determina la tariffa 2012, sia superiore a quella precedente di circa 1.000.000,00 di euro. A questo punto, appare legittimo ipotizzare che l’ufficio possa essere incorso in un errore di stima dei costi o con rifermento al 2011 o in riferimento al 2012».
Nella stessa nota, si trova l’invito, rivolto al Sindaco, se «una volta accertato un eventuale scostamento dei dati contabili e nell’interesse della comunità Giarrese, che non può pagare una tariffa frutto di errori e superiore alla copertura del 100% dei costi di gestione del servizio, non ritenga di dover provvedere: ad adottare, non potendo più fare riferimento alle tariffe 2012 e previa adeguata verifica pertinente, una determina sindacale di determinazione delle tariffe relative al servizio idrico integrato per l’anno 2013 supportata da dati contabili esatti (ciò ovviamente si rifletterà sui dati del bilancio 2013); a rettificare la determina n. 75 bis secondo i dati contabili esatti con ovvi riflessi sugli equilibri del bilancio 2012; ad assumere gli atti consequenziali in merito alle riconnesse responsabilità».
A queste riflessioni si è affiancata la proposta di inviare al presidente della terza Commissione Bilancio e Finanze, dott. Francesco Cardillo, la richiesat di attivare la suddetta commissione al fine di verificare, per conto del Consiglio Comunale, tutto quanto su menzionato. Infatti, invece che puntare a creare una ulteriore Commissione, l’intendimento proposto dal cons. Di Grazia è quello di sfruttare al meglio, ed in maniera celere, gli strumenti già attivi in seno al Consiglio comunale. Per dare ripsote concrete i cittadini ed in tempi rapidi. Una prima risposta la si è già avuta dallo stesso presdiente della III Commissione, Francesco Cardillo, che ha ricevuto la comunicazione degli atti ed ha deciso di affrontare l’argomento e calendalizzarlo nei lavori della commissione. E i cittadini aspettano di sapere l’esito di tale decisione.
Mario Previtera