Devozione moderna
Movimento di spiritualità mistica, sorto nei Paesi Bassi intorno ai secoli XIV-XV ed estesosi fino alla Svizzera e alla Germania del Nord, il quale auspicava una religiosità intima e soggettiva contrapposta alla pietà collettiva di stampo medievale. Il nome stesso dato al movimento indica che esso intendeva portare qualcosa di nuovo rispetto alle precedenti correnti o scuole di spiritualità. Sebbene influenzato dalla spiritualità che fiorì in Belgio e in Renania nel secolo XIII e che poneva Dio nel centro del proprio essere piuttosto che nella affettività, il movimento della “Devotio moderna” evitò le complicazioni speculative degli scrittori tedeschi e fiamminghi, preferendo invece insistere sulla pratica di una religiosità e di una ascetica semplice. L’umanità di Cristo è l’asse centrale intorno a cui si muove la vita spirituale. Solo meditando su questa umanità sacra, il cristiano diventa capace di contemplare la sua divinità e ottenere quell’unione con Dio che libera l’anima.
L’iniziatore di tale movimento fu Gerardo Groote (1340-1384) di Deventer in Olanda: nel 1374 riunì le “Sorelle della Vita comune” le quali si prestavano alla cura dei malati e insegnavano alle ragazze il cucito e i lavori domestici, e che, a metà Quattrocento, avevano aperto ben 400 case. Per Groote la vita è “ambidextera”: contemplare Dio e aiutare il prossimo, con Gesù come modello di vita. Per lui, infatti, la conversione costituisce la vera “devotio”, che si riflette nell’unificazione, nella pacificazione e nella gioia del cuore. Sarà, invece, Fiorenzo Radewijns (1350-1400), discepolo di Groote, a fondare, nel 1383, i “Fratelli della Vita comune”, i quali, oltre alla preghiera e all’insegnamento ai fanciulli e ai giovani, attenderanno alla trascrizione e alla miniatura dei libri. E sarà ancora quest’ultimo, qualche anno dopo, a dare origine ai “Canonici regolari” di Windesheim.
Tommaso da Kempis (1380-1471) è, comunque, il nome più comunemente associato alla tradizione spirituale della “Devotio moderna” e la figura più rappresentativa che ha esercitato l’influsso più vasto. L’opera “De imitazione Christi” a lui attribuita e considerata l’esemplificazione più bella della spiritualità di tale corrente, pone l’accento sulla vita interiore e l’Eucaristia, e insiste sulla separazione del mondo e soprattutto sul pentimento e sulla conversione (Aa. Vv., Nuovo dizionario di spiritualità; Ph. De Lignerolles-J.-Pierre Meynard, Storia della spiritualità cristiana; S. Cavallotto-L. Mezzadri, Dizionario dell’età delle riforme; Aa. Vv., Dizionario teologico enciclopedico).